La Nuova Sardegna

Inciampa, cade e batte la testa Bimbo di 10 anni in coma

di Nadia Cossu

Il piccolo è stato infilzato da un pezzo di fil di ferro in un cortile a Santa Maria di Pisa la sera del 23 Rimandato a casa dai medici, il 26 è stato operato d’urgenza. La Procura ha aperto un’inchiesta

28 dicembre 2016
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SASSARI. È il giorno prima della vigilia di Natale, una corsa libera e spensierata con gli amichetti nel cortile intorno a una palazzina di via Donizetti, a due passi da casa della nonna, nel quartiere di Santa Maria di Pisa. Poi una caduta improvvisa causata da un fil di ferro “volante” e il pomeriggio di vacanza di un bambino sassarese di 10 anni si trasforma in un incubo.

Visitato al pronto soccorso e dimesso dopo qualche ora, il piccolo a distanza di tre giorni è stato sottoposto a un intervento chirurgico e ora è in coma nel reparto di Rianimazione del Santissima Annunziata di Sassari, la prognosi è riservata. La Procura di Sassari ha aperto un’inchiesta per far luce su eventuali responsabilità: il giorno in cui il bambino è caduto sono stati fatti tutti gli accertamenti medici necessari prima delle dimissioni? E perché quel fil di ferro si trovava ad altezza d’uomo in un cantiere fermo da tempo nella palazzina di proprietà del Comune?

La dinamica. Lui è il più alto di tutti, ride, sudato, felice come lo sono i bambini i giorni prima di Natale, quando non si va a scuola e si aspetta solo di scartare i regali sotto l’albero. Il pericolo è lì davanti: c’è un filo d’acciaio che collega il tubo di scolo sulla facciata a un paletto che delimita un cantiere. Gli amici, più bassi, ci passano sotto, lui non lo vede e rimane impigliato: il filo si aggancia al collo, gli provoca un dolore lancinante e lo fa cadere a terra. Il bambino batte la testa sul marciapiede e sviene. Lo soccorre subito un uomo che ha assistito alla scena affacciato alla finestra: è un inquilino del palazzo, esce velocemente di casa, lo prende in braccio e lo accompagna dalla nonna. Ma il piccolo sta male e la tappa successiva è il pronto soccorso dell’ospedale di Sassari.

Le tappe in ospedale. È il 23 dicembre quando i medici del pronto soccorso medicano il bambino che ha tante escoriazioni al collo e dopo circa tre ore lo rimandano a casa con una prognosi di otto giorni. Il piccolo però non sta bene, si lamenta e il 26 dicembre perde conoscenza. I genitori chiamano il 118 e quando l’ambulanza arriva a casa lui è già in coma. Viene intubato e portato di corsa in ospedale dove i medici lo operano d’urgenza per la rimozione di un vasto ematoma alla testa. Da quel momento il bambino è in coma farmacologico e fino a ieri sera non era stata sciolta la prognosi.

L’inchiesta della Procura. I genitori hanno presentato una denuncia alla polizia municipale (per accertare eventuali responsabilità da parte dei medici del pronto soccorso che il 23 hanno firmato il foglio delle dimissioni) che è poi passata alla scrivania del sostituto procuratore Giovanni Porcheddu. Il magistrato ha aperto un fascicolo al momento contro ignoti. Le indagini si muovono su due filoni: uno incentrato sulla condotta dei medici e l’altro sulla sicurezza nel cantiere comunale. Sono anche state sentite a sommarie informazioni le persone che hanno assistito all’incidente, compreso uno dei compagni di giochi del bimbo. Ieri la polizia municipale, coordinata dal comandante Gianni Serra, ha sequestrato in ospedale la cartella clinica del bambino e ha poi messo i sigilli nell’area dove è avvenuto l’incidente. La palazzina di via Donizetti è di proprietà del Comune e a quanto pare quei lavori – disposti a suo tempo per il pericolo di caduta di calcinacci – sono fermi da un po’ con misure di sicurezza che lasciano il tempo che trovano. Una cosa è certa: quel fil di ferro non poteva e non doveva stare lì.

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