La Nuova Sardegna

Si inventa una violenza «Temevo mi lasciasse»

di Stefania Puorro
 Si inventa una violenza «Temevo mi lasciasse»

Una donna di 29 anni simula di essere stata narcotizzata da due malviventi Il compagno la trova nuda e legata in casa, ma era una sua messinscena

09 dicembre 2016
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PORTO ROTONDO. «Immobilizzata da due uomini mascherati, forse addormentata con un sedativo iniettato con una siringa e, probabilmente, violentata e rapinata». Questa la storia raccontata ieri da una ragazza di Monti di 29 anni che si trovava a Porto Rotondo con il fidanzato per trascorrere il ponte festivo. Ma non c’era nulla di vero nelle sue parole. La donna ha confessato nella tarda serata di ieri (e dopo ore di indagini) di aver inventato ogni cosa. E carabinieri del reparto territoriale di Olbia l’hanno denunciata per simulazione di reato. Che quell’aggressione fosse avvolta dal mistero e da tanti punti oscuri, lo si era capito dal primo momento. Ma non c’erano certezze, si doveva indagare, si doveva capire. La giovane, che è stata anche ricoverata all’ospedale (si è poi scoperto che soffre di depressione), ha ripetuto più volte le sue invenzioni, sino a quando è crollata di fronte ai militari. Ha detto loro di aver agito così perché si sentiva trascurata dal fidanzato al quale è legata da una decina d’anni e perché sospettava che lui la tradisse.

Quel che è vero è che la ragazza, ieri, si trovava in un appartamento del residence L’Aldiola, a Porto Rotondo. Era lì con il suo compagno ma lui, nel momento in cui ha deciso di inventarsi l’aggressione, non era in casa. Dal primo mattino era andato a pescare in gommone e appena è rientrato ha trovato la sua compagna a terra, nuda, e priva di sensi. È questa è stata la parte finale di tante bugie che la donna avrebbe cominciato a raccontare. Il fidanzato ha chiamato i carabinieri, ed è a loro che la ragazza, poi accompagnata al Giovanni Paolo II di Olbia, ha dato la sua versione dei fatti. Ha detto che stava facendo le pulizie, poco dopo l’ora di pranzo, con la porta spalancata. E che mentre passava l’aspirapolvere, all’improvviso, si è trovata davanti due malviventi “che mi hanno afferrata con forza e subito bloccata, quindi legata mani e piedi”. Poi ha aggiunto che è comparsa una siringa e che uno dei due uomini l’ha punta iniettandole il contenuto. Da lì il buio. Il vuoto assoluto. Ma niente di tutto questo era vero: a casa sua non era arrivato nessuno, non c’era stata nessuna violenza, si era legata da sola e si era anche spogliata.

E quando ha visto il viso terrorizzato del suo fidanzato mentre la guardava distesa per terra, allora ha cominciato a parlare del “dramma che aveva vissuto”.

Eppure qualcosa non quadrava. Ma non si poteva immaginare, almeno all’inizio, che quella storia fosse stata inventata completamente. E così i carabinieri del reparto territoriale si sono messi al lavoro e hanno cominciato a cercare risposte. Non trascurando nessuna pista perché l’indagine appariva realmente complicata e delicata. È stata quindi considerata l’ipotesi della rapina, ma non si è escluso nemmeno che i malviventi volessero stuprare la giovane donna.

La ragazza, all’ospedale, è stata sottoposta agli esami tossicologici ed è stata visitata soprattutto per accertare se ci fossero i segni della violenza sessuale. E da qui sono sicuramente arrivati i primi inequivocabili segnali: non era stata sedata, né violentata. Particolari, questi, sicuramente comunicati subito al sostituto procuratore di Tempio Roberta Guido, che si sarebbe dovuta occupare del caso (se ci fosse stato).

I carabinieri, comunque, dopo aver raccolto la testimonianza della vittima e del suo fidanzato, hanno cominciato a interrogare operai e manutentori che in questo periodo lavorano in una Porto Rotondo deserta. Li hanno sentiti in un magazzino del supermercato di fronte al parcheggio Rudargia. Ovviamente nessuno aveva visto nulla, perché nulla era mai accaduto.

Pochi giorni fa Porto Rotondo aveva registrato un altro fatto di cronaca che resta inspiegabile ma che è assolutamente reale. La villetta di una turista che trascorre le vacanze estive nel residence La Caletta è andata a fuoco: l’incendio, di origine dolosa, è stato devastante.

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