La Nuova Sardegna

Guerriglia a Capo Frasca feriti agenti e manifestanti

di Francesco G. Pinna
Guerriglia a Capo Frasca feriti agenti e manifestanti

Scontri durissimi, colpito al volto da un sasso il vice questore di Cagliari

24 novembre 2016
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di Francesco G. Pinna

ARBUS

Lo avevano detto alla partenza del corteo: “Andiamo a tagliare le reti e a riprenderci Capo Frasca". E lo hanno anche fatto. Le reti del Poligono le hanno tagliate davvero, e almeno uno di loro, anzi, una di loro, è riuscita a riprendersi Capo Frasca anche se solo per una manciata di secondi. È successo ieri mattina, poco dopo mezzogiorno ed è stato il momento culminante della manifestazione promossa dal movimento A Foras nel secondo anniversario della grande manifestazione che nel novembre del 2014 aveva riunito migliaia e migliaia di persone davanti al poligono di tiro dove si esercitano le aviazioni di mezza Europa e non solo. Ed è stata anche la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Perché in quel momento sono iniziati gli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine.

La guerriglia. Pochi minuti dopo è partita la prima carica dei reparti mobili della Polizia e dei Carabinieri in assetto antisommossa per disperdere i manifestanti e allontanarli dal Poligono e in particolare dai varchi aperti nella recinzione da un commando di ragazzi col volto coperto e armati di tronchesine hi tech. Ai colpi di manganello delle forze dell'ordine una parte dei manifestanti ha indietreggiato, un'altra parte ha risposto con un nutrito lancio di sassi.

Poliziotto ferito. Uno dei sassi ha colpito al volto il vice questore di Cagliari Ferdinando Rossi. Erano le 13,32. Il sasso non era diretto personalmente a lui, ma lo ha colpito in pieno facendolo piegare in due dal dolore mentre cercava riparo tra gli agenti col casco e lo scudo dopo aver preso un calcio da un manifestante, forse lo stesso che aveva appena colpito con il manganello come mostrano le immagini della manifestazione. Il vicequestore è stato subito soccorso dai suoi colleghi e accompagnato in ospedale per accertamenti.

Sassi e manganelli. La seconda carica è arrivata poco dopo. I manifestanti rimasti sono stati chiusi a tenaglia. Alle spalle il reparto mobile dei Carabinieri. Faccia a faccia quello della Polizia. Lo scontro è stato durissimo. Ancora una volta manganellate da una parte e sassate dall'altra. Qualcuno ha anche imbracciato un tubo di ferro divelto dalla recinzione di un campo, ma fortunatamente non ha avuto il tempo di usarlo perché qualcuno glielo ha strappato di mano. Diversi i feriti da entrambe le parti.

La tregua. Prima che succedesse il peggio, una quasi tacita trattativa tra le parti ha messo fine alla tensione e anche alla manifestazione. I manifestanti sono stati “scortati” fino alla strada provinciale e tenuti a bada per qualche minuto prima di consentire la ripartenza del corteo in direzione stavolta di Sant'Antonio di Santadi, distante appena un centinaio di metri e poi ancora verso il mare di Pistis.

No alle servitù. La manifestazione era cominciata con oltre un'ora di ritardo rispetto all'orario previsto delle 10. Il tempo per far arrivare gli ultimi autobus con i manifestanti da tutti gli angoli dell'isola e a per definire meglio la strategia che doveva portare alla conquista, temporanea, del Poligono. Presenti quasi tutti i movimenti, partiti e comitati antimilitaristi e indipendentisti che si battono contro le servitù militari. Quattro gli obiettivi dichiarati: stop alle esercitazioni militari, chiusura delle basi e dei poligoni di tiro, bonifica delle aree inquinate e risarcimento dei danni provocati dall’occupazione militare.

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