La Nuova Sardegna

La turista morta sulla nave: una lunga, disperata agonìa

di Gianni Bazzoni
La turista morta sulla nave: una lunga, disperata agonìa

Imelda Bechstein non aveva segni sul corpo, la verità arriverà dall’autopsia

16 novembre 2016
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PORTO TORRES. La borsa è rimasta nella poltrona accanto a quella dove il marito dormiva. La donna aveva ancora al polso l’orologio: per questo l’eventuale ipotesi di una rapina e di una possibile aggressione è stata esclusa definitivamente. Niente graffi e altri segni evidenti. Ormai certa anche l’identificazione, grazie alla foto del passaporto visionato dagli investigatori. Il corpo trovato nella sala macchine del traghetto “Sharden” della Tirrenia è di Imelda Bechstein, 74 anni, di Monaco. Una conferma ulteriore, in attesa dell’arrivo (nelle prossime ore) del marito della donna al quale spetterà il triste compito del riconoscimento ufficiale.

È forse questo l’unico elemento di certezza provata nell’inchiesta condotta dal sostituto procuratore Corinna Carrara e affidata ai carabinieri della compagnia di Porto Torres guidati dal capitano Romolo Mastrolia. Per il resto, il caso della morte della turista tedesca è ormai un giallo internazionale che coinvolge Italia, Francia e Germania. E c’è un peso ingombrante da rimuovere al più presto, con il contributo del medico legale Francesco Serra che nei prossimi giorni effettuerà l’autopsia: riguarda la causa di morte della donna. Insomma il primo passo è capire se è stata uccisa a bordo della nave o se il decesso è dovuto a cause naturali con possibili colpe di terze persone. L’altro aspetto che dovrà essere chiarito dalla perizia è riferito al momento in cui la passeggera tedesca ha cessato di vivere a bordo del traghetto. I dubbi sono molto forti: l’ipotesi prevalente degli investigatori - dopo un primo scambio di impressioni - è che la donna non sia morta la notte stessa della scomparsa, il 30 ottobre. Ma che abbia trascorso diversi giorni di agonia (c’è chi ipotizza 8-10), magari impossibilitata a muoversi, senza più neppure la forza di urlare per chiedere aiuto. Solo flebili lamenti difficili da percepire in un ambiente così rumoroso come la sala macchine di un traghetto, e per di più in un punto così lontano e visitato solo di rado dal personale incaricato dei controlli.

Una morte lenta e atroci sofferenze, senza cibo e neppure acqua. Ma c’è anche una seconda valutazione: la donna potrebbe avere avuto un malore con conseguenze gravi che ne hanno pregiudicato i movimenti e, quindi, la capacità di raggiungere un ambiente dove avrebbe potuto agevolmente chiedere aiuto. É qui c’è un altro interrogativo: poteva essere salvata?

L’inchiesta rivolge l’attenzione a quello che è successo sul traghetto “Sharden” la notte della scomparsa della passeggera, ma anche la mattina seguente (nel porto di Genova dove sono stati effettuati altri controlli) e nei giorni che hanno preceduto la scoperta del cadavere a bordo (alle 13 di lunedì 14 novembre, a due settimane dalla misteriosa scomparsa). Forse anche per questo il magistrato Corinna Carrara sembra intenzionata a chiedere l’acquisizione degli atti a disposizione della Procura di Genova, dopo che il marito della vittima - sbarcato nel porto ligure - aveva presentato denuncia di scomparsa alla polizia di frontiera. L’ultimo atto prima di proseguire il viaggio verso la Germania. Per 15 giorni nessuna notizia, poi quel corpo riemerso nella pancia della nave e le prime comunicazioni. La certezza che Imelda Bechstein non è finita in mare la notte del 30 ottobre, mentre il traghetto navigava in acque francesi, ma è rimasta a bordo, nella sala macchine, mentre la “Sharden” faceva la spola tra Genova e Porto Torres.

Niente suicidio o incidente, ma un mistero, un giallo internazionale. E sono tanti gli interrogativi. A cominciare da come abbia fatto la donna a entrare in un ambiente interdetto e tra i più controllati della nave, per poi passare ad altre valutazioni, tutte collegate tra loro. Perché si è allontanata dalla poltrona senza avvertire il marito? Se ha sbagliato percorso perché non è tornata subito indietro passando per la stessa porta? E perché nessuno l’ha mai trovata e c’è voluta una esercitazione in porto a Porto Torres per fare la tragica scoperta? Oggi la “Sharden” torna in porto a Porto Torres, gli investigatori proseguiranno con gli altri accertamenti.

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