La Nuova Sardegna

Formaggio tarocco tedesco spacciato come pecorino di Nulvi

di Mauro Tedde
Formaggio tarocco tedesco spacciato come pecorino di Nulvi

I soci della cooperativa San Pasquale denunciano i tentativi di imitazione del Granglona

09 novembre 2016
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NULVI. Proprio come per un noto settimanale di enigmistica, il formaggio Granglona della cooperativa “San Pasquale” di Nulvi vanta tentativi di imitazione. Produrre un grana di pecorino è stata un’ottima idea e la cooperativa nulvese, che raccoglie gli allevatori di buona parte dell’Anglona, ne va fiera ha puntato molto in questi anni garantendone innanzitutto la qualità e promuovendolo sul mercato.

Purtroppo, però, le cose buone piacciono a tutti e da alcuni anni stanno comparendo sempre più spesso sul mercato dei formaggi Granglona “tarocchi” prodotti un po’ dappertutto ma spacciati per essere il gustoso pecorino nulvese. Ultimo in ordine di arrivo un formaggio, peraltro da latte vaccino, prodotto in Germania dalla Bayerland di Amberg, spacciato per Granglona, o comunque per Grana sardo, ovviamente a prezzi stracciati e di pessima qualità.

Ma a Nulvi i soci della “San Pasquale” non ce la fanno più. Gli amministratori della cooperativa, compreso il presidente Antonello Ruzzu, più volte si sono improvvisati investigatori e hanno visitato qualche venditore ambulante nei mercati del nord Sardegna riscontrando questo tipo di truffa commerciale. La tattica utilizzata è geniale: il commerciante acquista una forma di Granglona che mette in bella mostra sul suo bancone ma poi spaccia altri tipi di formaggi facendoli passare per l’ormai famoso pecorino di Nulvi. Il presidente e gli amministratori, dopo aver segnalato più volte la cosa negli anni scorsi, hanno deciso di denunciare la truffa per sollecitare controlli più severi per difendere il marchio, la qualità del formaggio e quindi il loro lavoro. L’attività dei commercianti truffaldini sta danneggiando l’immagine del formaggio e qualche mese fa un coraggioso commerciante di Nulvi che opera anche lui nei mercatini della provincia ha affrontato uno di questi venditori scorretti e dopo aver comprato delle porzioni di formaggio ha chiesto di acquistare l’intera forma esposta sul bancone. Il venditore ha fiutato la trappola e ne è nata persino una furiosa colluttazione finita con l’intervento dei carabinieri.

«Non è facile scovare e denunciare i venditori scorretti perché espongono il nostro formaggio sul bancone e per questo non sono perseguibili – spiega Antonello Ruzzu – però così non si può andare avanti. Abbiamo investito su questo formaggio che produciamo ormai da vent’anni ed è senza dubbio il nostro fiore all’occhiello. Chiediamo che vengano intensificati i controlli e formalizzeremo una denuncia più dettagliata alle autorità competenti». Gli amanti del buon formaggio e le massaie dovranno perciò stare bene attenti a quello che acquistano nei mercati e nelle sagre.

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