Regione, sì a maggioranza: nasce l'Agenzia sarda delle entrate
Il centrosinistra: inizia l'autonomia finanziaria. L'opposizione: è solo un altro carrozzone
CAGLIARI. Nasce l'Ase, l'Agenzia sarda delle entrate, ma per adesso non potrà bussare alle porte dei contribuenti per riscuotere i tributi devoluti, compartecipati, regionali o derivati, come Irpef, Irap o Iva. Per incassarli dovrà aspettare, sempre che accada, il trasferimento della funzione dallo Stato. Riscuoterà da subito invece le entrate proprie della Regione Sardegna, ma è poca roba: 5 milioni di euro all'anno tra tasse di concessione per la caccia, pesticidi, aziende agrituristiche, discarica rifiuti e diritto allo studio.
Dopo una gestazione durata un anno, il testo unificato di 15 articoli per l’istituzione dell’ Agenzia è stato approvato il 25 ottobre a maggioranza dal Consiglio regionale: su 44 votanti, i sì sono stati 29, i no 15.
L'Ase costerà a regime 2,5 milioni di euro l’anno. La Giunta regionale conta di estendere i tributi che l’Ase potrà riscuotere già dalla primavere 2017, previo accordo col governo. Tramite intese con l’amministrazione finanziaria statale, l’ Agenzia calcolerà il gettito, verificherà i trasferimenti erariali che spettano alla Sardegna e supporterà la Regione nei rapporti con lo Stato in materia fiscale, oltre che i Comuni.
Per l’opposizione il nuovo ente sarà un semplice (e costoso) «Centro studi», che aprirà le porte a nuovi consulenti in Regione. Per la maggioranza, in particolare per il Partito dei Sardi, che più di tutti ha insistito per l’istituzione dell’Ase, la nuova legge contiene profili di «sovranità fiscale» attesi dalla Sardegna. «Non la aumenterà di un millimetro», ha sottolineato, invece, il sardista Christian Solinas. «L’Ase servirà solo ad accertare il gettito».