La Nuova Sardegna

Capo Frasca, la protesta continua

di Claudio Zoccheddu

I pescatori presidiano il poligono. Legacoop: «Attendiamo ancora la svolta»

11 ottobre 2016
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ORISTANO. La protesta continua. I timidi spiragli aperti dalla politica sul poligono di Capo Frasca non bastano a rassicurare i pescatori dell’oristanese. Le parole si rincorrono da troppo tempo ma gli impegni non sono mai stati rispettati. Un altro accordo virtuale, quindi, non può segnare la conclusione della protesta: «Questa volta aspettiamo i fatti – spiega Gabriele Chessa, presidente della sezione oristanese di Legacoop – e la protesta continuerà anche se abbiamo notato meno rigidità da parte del ministero della Difesa».

Anche ieri, infatti, i pescatori delle marinerie di Arbus, Terralba e Cabras hanno manifestato in mare e davanti ai cancelli del poligono dove dovrebbe essere in corso un’esercitazione di tiro dei piloti da combattimento della Nato. Un esercizio che i pescatori cercano di ostacolare presidiando le acque subito fuori dalla “campana di sgombero”, come viene chiamato il tratto di mare interdetto alla navigazione e alla pesca. Una prova di forza che mira a ottenere un risultato definitivo: «Serve una soluzione specifica, non possiamo continuare a essere accorpati al faldone delle servitù militari sarde perché in questo modo, forse, il nostro sarebbe l’ultimo dei problemi – dice ancora Chessa – ecco perché lo stralcio di Capo Frasca potrebbe essere una buona idea in vista di una soluzione che, in altri poligoni come quello di capo Teulada, è da tempo una realtà indiscussa». Ma il messaggio che parte dalla Frasca non è solo un appello alla concessione degli indennizzi: «Sarebbe il minimo, l’inizio – aggiunge il rappresentante di Legacoop –, non abbiamo nessuna intenzione di fermarci all’indennizzo. Servono altre risposte e i pescatori, per fare un esempio, vorrebbero l’istituzione dei canali di passaggio attraverso l’area interdetta in attesa che venga dismesso».

Il poligono di Capo Frasca è una mosca bianca nello scacchiere delle servitù militari. Il divieto di navigazione, al contrario di quanto accade nelle altre aree di esercitazione, è una costante che viene in parte interrotta solo durante l’estate. I pescatori sono costretti ad allungare i tempi per circumnavigarlo e per poter raggiungere le zone di pesca, con maggiori consumi di carburante e con il rischio di essere sorpresi dal maestrale.

La protesta ha ricevuto la solidarietà della deputata del Pd Caterina Pes che ha presentato un’interpellanza urgente sul tema degli indennizzi.

L’annuncio è arrivato dalla stessa parlamentare oristanese che ha partecipato all’assemblea dei pescatori: «Spero che il Governo ci dia risposte già in settimana», ha sottolineato. Nell’interpellanza la Pes chiede al ministero della Difesa “quali azioni possano essere intraprese per il riconoscimento degli indennizzi a tutti i pescatori che operano nei pressi del poligono di Capo Frasca e alle marinerie dell'oristanese, poiché lesi nei propri diritti».

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