La Nuova Sardegna

la svolta

Due giorni fa il blitz a Parco Genos

I carabinieri hanno messo i sigilli alla sede della società a Pula

16 settembre 2016
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LANUSEI. La svolta era arrivata mercoledì quando i carabinieri della compagnia di Jerzu e del Reparto operativo provinciale di Nuoro si erano presentati nelle sedi del Parco Genos, a Perdasdefogu, e in quella della società Shardna a Pula, con un mandato di perquisizione del procuratore della Repubblica di Lanusei, Biagio Mazzeo. Al termine dei blitz, i carabinieri avevano messo i sigilli nei locali. Che sono ancora sotto sequestro, anche perché il ritrovamento della provette in un ospedale di Cagliari, dove non sarebbero dovute essere, non chiude un’inchiesta che ha tutti i contorni della spy story con risvolti internazionali.

La mancanza delle provette dai frigoriferi era stata denunciata il 10 agosto dall’unica dipendente, che attualmente lavora nel Parco Genos di Perdasdefogu, a cui era scattato l'allarme sul cellulare. La procura della Repubblica di Lanusei aveva immediatamente aperto un’inchiesta e affidato le indagini ai carabinieri, che dopo aver accertato la mancanza di migliaia di provette dai frigoriferi avevano cercato di risolvere il rebus. Una lunga serie di accertamenti svolti nel riserbo più assoluto fino a quando la notizia della scomparsa delle provette del dna non aveva cominciato a circolare a Perdasdefogu, scatenando la rabbia della gente orgogliosa di aver partecipato alla ricerca. Ieri, la svolta. (c.c.)

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