La Nuova Sardegna

Latte e grano, prezzi in picchiata

Latte e grano, prezzi in picchiata

L’allarme di Coldiretti: «Le campagne sarde sono vittime della deflazione»

20 agosto 2016
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SASSARI. «Per poter bere un caffè i nostri agricoltori sono costretti a vendere tre litri di latte e per acquistare un chilogrammo di pane ne devono produrre quindici di grano. E se il prezzo dei prodotti alimentari posizionati sugli scaffali dei supermercati cresce dello 0,6%, le campagne sono vittima della deflazione». Il quadro dipinto dal presidente della sezione sarda di Coldiretti, Battista Cualbu, è il modo più effiocace per commentare i dati diffusi dall’Istat sull’andamento dell’inflazione nel periodo estivo.

Da mesi la Coldiretti denuncia lo stato di profonda crisi che in tutta la Sardegna si sta manifestando con il crollo dei prezzi del grano duro e del latte.

Si tratta di prodotti che, sempre secondo Coldiretti, subiscono la pressione dettata dalle importazioni selvagge che distorcono l’equilibrio del mercato creando una concorrenza sleale alla produzione locale.

«L’unica soluzione per contrastare questo fenomeno e per tutelare il Made in Italy è l’introduzione dell’origine in etichetta. Solo così il consumatore sarà sempre informato sulla qualità e sulla provenienza delle materie prime che compongono il prodotto finale. Senza l’indicazione nell’etichetta – afferma il direttore della Coldiretti Sassari e Gallura, Ermanno Mazzetti – si mettono a rischio non solo i prodotti simbolo del Made in Italy ma anche un sistema produttivo sostenibile che garantisce reddito e lavoro a migliaia di famiglie e che difende il territorio dal degrado e dalla desertificazione».

Dunque, la provenienza dei cibi dovrebbe garantirne la maggiore appetibilità sul mercato salvando un settore, quello agropastorale, in profonda crisi.

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