La Nuova Sardegna

Agris, la rivolta dei ricercatori precari

di Claudio Zoccheddu
Agris, la rivolta dei ricercatori precari

La mancata stabilizzazione di contratti di lavoro rischia di paralizzare un’agenzia nata per sostenere le imprese agricole

02 agosto 2016
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SASSARI. È possibile fare ricerca senza ricercatori? Lo scopriranno presto gli addetti dell’agenzia Agris che lamentano una situazione ai limiti dell’improbabile: l’agenzia regionale che dovrebbe occuparsi della ricerca scientifica, della sperimentazione e dell’innovazione tecnologica è incastrata in un blocco causato dalla precarietà del suo personale. Uno stallo che azzera la competitività e l’innovazione del comparto agricolo regionale. Esattamente l’opposto della mission dell’agenzia regionale.

La denuncia. Sono i ricercatori precari i più preoccupati per il futuro di un’agenzia che rischia di perdere il passo: «Su 560 addetti attualmente si contano circa 70 ricercatori e tecnici qualificati ma la pianta organica ne prevede 130», spiega Emanuele Cauli, portavoce dei 40 ricercatori precari che si barcamenano tra contratti a tempo e borse di studio, «siamo personale specializzato ma non possiamo operare al meglio per colpa della precarietà. Circa venti di noi hanno contratti in scadenza ad agosto, altri a settembre, altri ancora ci hanno già salutato».

La situazione. L'età media del personale addetto alla ricerca è di 54 anni: «Un’età molto alta nel mondo della ricerca e dell'innovazione. La causa è la mancanza di ricambio generazionale tra ricercatori. I ricercatori di Agris sono assolutamente insufficenti a garantire la funzionalità della struttura, la capacità di intercettare fondi e di partecipare a bandi di finanziamento cheporterebbero innovazione e competenze all'interno del sistema produttivo agricolo», spiegano ancora i ricercatori.
Le prospettive. Gli assessori regionali Elisabetta Falchi e Gianmario Demuro hanno incontrato i precari di Agris, garantendo l’impegno necessario alla risoluzione dei problemi anche perché il futuro potrebbe essere gramo anche per le aziende: «Questa situazione, oltre che compromettere la funzionalità dell’agenzia, ha sottratto servizi alle imprese facendo perdere importanti opportunità al comparto agricolo ed esponendo l'intera struttura e i suoi lavoratori a una ingiusta considerazione negativa da parte dell'opinione pubblica», dice ancora Emanuele Cauli.
Le risposte. L’impegno degli esponenti della giunta regionale ha rincuorato i precari ma la voglia di risposte non può attendere. Anche perché Agris è un gigante dai piedi d’argilla: 560 dipendenti distribuiti in aziende e centri sperimentali sparsi in tutta la Sardegna. I nuclei principali sono il centro di ricerca per la zootecnia e la valorizzazione dei prodotti lattiero caseari a Bonassai (Ss) il centro di ricerca per le coltivazioni erbacee di Ussana (Ca), il centro di ricerca per la frutticoltura, viticoltura e olivicoltura a Villasor (Ca), il centro sperimentale per gli allevamenti equini di Abbasanta (NU), il centro sperimentale per il Sughero a Tempio Pausania (SS). Laboratori di analisi, aziende, sedi amministrative, strutture, impianti, macchinari e attrezzature che valgono centinaia di milioni di euro e che rischiano di rimanere ferme.

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