La Nuova Sardegna

Tragedia sulla Sassari-Alghero, i testimoni: «Il militare con la bimba in braccio tra le lamiere»

Tragedia sulla Sassari-Alghero, i testimoni: «Il militare con la bimba in braccio tra le lamiere»

Una coppia di Bonorva prima ad arrivare sul luogo dello spaventoso incidente costato la vita di due donne: «Quel giovane ha provato a prestare soccorso, poi si è allontanato sconvolto»

23 luglio 2016
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SASSARI. «Aveva la bambina in braccio e camminava come un automa tra le lamiere fumanti. Lo sguardo perso nel vuoto e le labbra incollate». Subito dopo lo schianto tra la sua Scenic e la Matiz in panne sulla strada per Alghero il caporal maggiore Emanuele Secci non ha detto una parola, ma il suo allontanamento dal luogo dell’incidente non è stato immediato come era sembrato due giorni fa dalle prime testimonianze raccolte sull’asfalto rovente della quattro corsie.

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È stato un testimone, il primo automobilista sopraggiunto dopo lo schianto a pochi metri dalle auto coinvolte nell’incidente, a raccontare agli inquirenti che prima di allontanarsi il militare aveva provato a fare qualcosa di utile: a prestare soccorso alle tre donne ferite, prendendo in braccio la più piccola e più fragile delle sopravvissute. Poi davanti all’orrore in cui si è imbattuto mentre rientrava a casa dalla sua compagna e dai suoi bambini, Emanuele Secci non ha avuto la forza di aspettare che arrivassero i soccorsi e si è allontanato in preda alla disperazione.

«È stata mia moglie Luigia Cau – racconta Giovanni Maria Sanna, impiegato di Bonorva di 61 anni – a farsi consegnare dal militare la piccola che aveva in braccio e a cercare di tranquillizzarlo. Solo dopo aver lasciato la bambina nelle braccia di mia moglie – continua Sanna – e aver vagato per qualche altro minuto intorno alle carcasse delle due auto coinvolte nell’incidente, Emanuele Secci ha scavalcato il guardrail e si è allontanato». Giovanni Maria Sanna e sua moglie giovedì pomeriggio stavano raggiungendo Alghero per incontrare dei parenti quando improvvisamente si sono trovati la strada sbarrata.

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«Mia moglie mi ha detto di rallentare – racconta Sanna – perché aveva visto qualcosa per terra che inizialmente l’era sembrata una bambola, quando poi ci siamo avvicinati abbiamo capito che era il corpo di una delle tre ferite, la mamma della piccola di 5 anni. Un’altra donna era in piedi e chiedeva aiuto a qualcuno al telefonino, mentre la bambina, priva di coscienza, era in braccio al militare. Solo quando mia moglie si è avvicinata – continua Giovanni Maria Sanna–- e gli ha chiesto di darla a lei, l’uomo ha lasciato la piccola e per un po’ ha continuato a vagare sull’asfalto. Nel mentre sono arrivate altre persone che hanno detto a mia moglie di adagiare la bambina sull’asfalto in attesa dei soccorsi e solo in quel momento Emanuele Secci ha scavalcato il guardrail ed è sparito». (l.f.)

 

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