La Nuova Sardegna

Sel e Pd in subbuglio: è doppio terremoto

Gli ex vendoliani spaccati sul futuro del partito. Nei Dem il capocorrente Paolo Fadda passa la mano

15 luglio 2016
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CAGLIARI. La verifica politica su un fronte, il terremoto interno sull’altro. Sel e Pd, i partiti leader del centrosinistra, hanno il loro bel daffare e non sono certo giornate facili.

Verifica agitata. Sel ha avuto l’atteso faccia a faccia col presidente Francesco Pigliaru. È durato un’ora abbondante e da Villa Devoto è trapelato poco. Il clima del confronto sarebbe stato buono e non era così facile da prevedere. Finora sono stati proprio gli ex vendoliani i più decisi nel chiedere il tagliando di metà legislatura, ma un punto d’incontro forse è stato trovato in questa frase: «Il cambio di passo della Giunta dovrà essere immediato soprattutto sulle politiche del lavoro». In particolare, Sel vorrebbe che «ci fosse una maggiore attenzione verso i giovani fino a 40 anni, una generazione che continua a essere schiacciata dalla crisi e dalla precarietà». Il presidente ha preso l’impegno e nel prossimo vertice saranno messe «in fila, una dopo l’altra, le scelte che dovranno essere fatte perché ci sia la svolta». Ancora una volta di rimpasto non si è parlato a Villa Devoto, ma Sel ha ribadito al presidente che «nessun assessore è intoccabile e l’azzeramento della Giunta è la soluzione migliore».

Sel in subbuglio. Il documento con cui buona parte del partito, in testa il sindaco di Cagliari Massimo Zedda, ha bocciato il progetto Sinistra italiana ha scatenato un putiferio. Nicola Fratoianni, coordinatore nazionale di Sel, invitato alle dimissioni da Zedda per gli scarsi risultati alle amministrative nella penisola, è stato fra i primi a replicare: «Se il problema fossero le mie dimissioni, sarebbe poca cosa. La verità è che una parte del partito vuole tornare indietro, rientrare nel centrosinistra e spazzare via l’opposizione che abbiamo fatto in questi anni al governo Renzi». Ma dopo gli iscritti sardi anche il gruppo di Sel in Consiglio regionale si è schierato contro lo scioglimento del partito che invece è uno degli obiettivi di Fratoianni. «La scelta – è scritto in un documento – di cancellare il partito portata avanti dalla dirigenza nazionale si è rivelata sbagliata. Lo confermano i risultati deludenti delle ultime elezioni amministrative dove, ovunque meno che in Sardegna, la sinistra è crollata. Crediamo invece si si debba partire da quanto di buono è stato fatto e dalla ricostituzione dovunque sia possibile del centrosinistra, di cui ci sentiamo alleati sinceri e mai succubi».

Pd in subbuglio. Non è ancora alle prese con la verifica politica in Regione, però ora i Democratici ancora senza segretario, hanno un problema in più. Paolo Fadda, uno dei due capicorrente dei popolari riformisti, l’altro è Antonello Cabras, ha deciso di passare la mano. «Mi prenderò un periodo sabbatico – ha detto a Cagliari – ma lascio il gruppo in buone mani». A prendere il suo posto sarà l’assessore regionale all’Urbanistica Cristiano Erriu, da sempre un fedelissimo dell’ex sottosegretario alla Sanità. Fadda poi ha aggiunto: «Oggi ho necessità di avere serenità e tranquillità, mentre non le ho anche a causa della situazione in cui si trova il Pd sardo». Il passaggio di consegne è arrivato come un fulmine sulla corrente dei popolari-riformisti. Oggi il gruppo si riunirà per capire meglio il motivo della scelta del leader e soprattutto cercherà di convincerlo a restare. Lunedì, invece, è stato convocato il direttorio delle correnti e potrebbe esservi la svolta a tre mesi dalle dimissioni di Renato Soru. (ua)

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