La Nuova Sardegna

Rischio incendi, rimane lo stato di allerta

di Claudio Zoccheddu

Critiche al Corpo forestale, il comandante Diana: «Speculazioni vigliacche, non facciamo miracoli»

10 luglio 2016
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SASSARI. Doveva essere un fine settimana di fuoco e la promessa è stata mantenuta. Gli incendi che ieri hanno bruciato la Sardegna sono stati undici, tutti di piccole dimensioni per fortuna. Le situazioni più gravi si sono create nelle campagne di Escalaplano, in località Rio Flumineddu, di Tempio Pausania, nella zona di Conca Santa Maria, e Austis, dalle parti di Sant’Antonio. In questi tre casi è stato necessario l’intervento dei mezzi aerei del Corpo forestale che hanno contribuito allo spegnimento delle fiamme. Un bollettino piuttosto rassicurante in una giornata che era annunciata da un’allerta arancione e dall’elevato rischio di incendi: «L’allerta rimane e siamo pronti a ogni evenienza», ha detto il comandante del Corpo forestale, Gavino Diana, «come lo siamo sempre stati, anche quando siamo stati attaccati con polemiche vigliacche lanciate da chi cercava di fare speculazione politica sul nostro lavoro».

Diana è pronto a dimostrare la bontà delle sue dichiarazioni sfruttando l’aiuto dei numeri: «Nel 2015, fino al 7 luglio, c’erano stati 1034 incendi ed erano bruciati 4700 ettari di territorio. Nel 2016, alla stessa data, abbiamo 1008 incendi e 4318 ettari di territorio attraversato dagli incendi, compreso quello che purtroppo ha colpito il Marghine e il Guilcer».

Anche sul maxi rogo di qualche giorno fa il Comandante del corpo forestale ha parecchie precisazioni: «La prima è che noi avevamo spento il rogo venerdì e se sabato è ripartito è perché qualcuno l’ha riacceso. Non è stato un colpo di coda dell’incendio. Poi ho letto alcune cose davvero incredibili: sulla Sardegna, e in quella zona in particolare, stavano volando 5 canadair, e 7 elicotteri su 11 della flotta regionale. In pratica in volo c’era un terzo della flotta nazionale. Era davvero difficile fare di più».

Anche chi lamenta ritardi e buchi di tempo nelle operazioni di soccorso non gode dell’approvazione di Gavino Diana: «Se in certi momenti gli aerei e gli elicotteri non volano è perché c’è troppo fumo, la visibilità di riduce e aumenta il rischio di collisione. Non mi sembra difficile da capire ma evidentemente è così. Il nostro è stato un intervento massiccio e tempestivo». L’ultimo appello è rivolto a chi poteva fare qualcosa in più: «Come rispettare le prescrizioni. Gli incendi non si spengono con le chiacchiere o con i post su Facebook», ha detto ancora Diana, «il nostro è un apparato professionale che in quella occasione ha fatto il suo dovere in maniera egregia. I miracoli, invece, non possiamo farli».

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