La Nuova Sardegna

Morì travolgendo un vitello: 2 indagati

di Giampiero Cocco
Morì travolgendo un vitello: 2 indagati

Gigi Perra, 30 anni, si schiantò in moto contro l’animale incustodito. Sotto accusa un allevatore e il suo collaboratore

07 luglio 2016
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ARZACHENA. La volontà dei familiari di ottenere giustizia per la morte assurda di un giovane trentenne, dovuta ad uno scontro notturno con un vitello fuggito dalla stalla, è stata più forte dell’omertà tra allevatori. A risolvere il giallo dell’animale fantasma è stato il Dna prelevato dalla bestia, rimasta uccisa sul colpo, e messo a confronto con gli animali di cinque stalle delle campagne di Arzachena. Virgilio Chia, 48 anni di Bitti ma residente ad Arzachena e il suo collaboratore Gianni Sanna, 43 anni di Arzachena sono stati formalmente indagati per l’omicidio colposo di Gigi Perra, 30 anni, che la notte del 29 giugno di tre anni fa, mentre in sella ad uno scooterone percorreva la Porto Cervo-Arzachena, si trovò davanti un ostacolo impossibile da schivare, un vitello che era fuggito dalle stalle di Virgilio Chia, in località Cascioni.

L’ impatto fu devastante e fatale, per il giovane, che cessò di vivere mentre i sanitari del servizio 118 tentavano, disperatamente, di tenerlo in vita mentre l’ambulanza correva, nella notte, verso l’ospedale di Olbia.

Il primo problema che avevano dovuto affrontare gli investigatori fu quello di individuare la proprietà dell’animale, che era sprovvisto dell’etichetta di origine (obbligatoria per tutti i bovini) e quindi proveniente da una stalla sconosciuta. A nulla erano servite le accorate richieste di collaborazione inviate dalla madre del giovane deceduto, Piera, e dal fratello Peppe agli allevatori della zona affinchè il proprietario si facesse vivo. Il caso lo aveva invece affrontato, con determinazione, il legale della famiglia, l’avvocato Egidio Caredda che aveva ottenuto, come indagini difensive, un campione di sangue del vitello investito per estrarne il Dna da confrontare con il bestiame che si trovava nella zona. Un lavoro che ha impegnato per oltre un anno e mezzo un perito di parte e l’istituto zooprofilattico di Sassari, dove i campioni di sangue vennero inviati per le comparazioni. Nei giorni scorsi c’è stata la clamorosa conclusione dell’indagine, con l’incriminazione formale, in concorso tra loro, dell’allevatore di Bitti e del suo collaboratore il quale, stando ai capi d’accusa, non avrebbe controllato le recinzioni della stalla dalla quale era uscito diverso bestiame. Il vitello, nella notte, si era spinto sino alla provinciale, attraversando la carreggiata e restando immobile mente arrivava la moto condotta da Gigi Perra. «Perdono cristianamente i responsabili dell’incidente. Ma intendo avere giustizia e la giusta punizione per chi non ha avuto alcuna pietà delle mie lacrime e del mio dolore» disse la madre di Gigi un anno fa, quando i risultati delle analisi non erano ancora noti. Gigi Perra era un giovane attivissimo nel campo delle pubbliche relazioni e nell’imprenditoria dello spettacolo. Dopo aver fondato la discoteca Pascià si era lanciato in una nuova avventura imprenditoriale aprendo e gestendo un locale nella spiaggia di Liscia Ruja. Una giovanile voglia di vivere stroncata ad appena trent’anni da un banale quanto evitabile incidente stradale. Basterebbe un poco di attenzione in più sul bestiame che, lasciato incustodito, attraversa inconsapevolmente le strade.

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