La Nuova Sardegna

Assalto al portavalori ma il colpo fallisce

di Tamara Peddis
Assalto al portavalori ma il colpo fallisce

Un commando di 10 uomini blocca il blindato sulla strada per Iglesias Spari in mezzo agli automobilisti, i banditi sequestrano anche un vigilante

03 luglio 2016
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IGLESIAS. «Ci stanno sparando. L’ho urlato al mio collega che stava al volante del portavalori. La macchina che ci inseguiva ci ha tamponato. Uomini incappucciati e armati di mitra ci hanno detto di scendere dal blindato». Una delle guardie giurate racconta la mattina di terrore sulla strada che da Cagliari porta a Iglesias. Sono gli attimi concitati della rapina fallita al portavalori della Sicurezza Notturna. D Cagliari era diretto alle poste di Musei con più di un milione di euro. Alle 8,15 nella Statale 130 all'altezza del chilometro 40 il blocco, gli spari, il caos. Un commando di una decina di persone armato di kalashnikov e con il volto coperto da passamontagna in attesa del passaggio del blindato carico di soldi, ha fermato un camion cisterna carico di metano diretto a Carbonia. I malviventi sotto la minaccia delle armi hanno ordinato al conducente del mezzo di mettere di traverso la cisterna per bloccare la strada. Lo hanno fatto scendere e con violenza gli hanno portato via chiavi e cellulare. Gli hanno anche fatto bucare una ruota del camion. Ma il piano perfetto è andato in fumo perché tra le auto che si incolonnavano nel blocco stradale è arrivata anche una pattuglia della polizia stradale impegnata a controllare alcune auto abbandonate da giorni sulla 130. Davanti agli agenti il commando ha inziato a sparare. La polizia non ha risposto per evitare che il conflitto coinvolgesse i tanti automobilisti che in quel momento si trovavano bloccati sulla strada.

Le macchine che arrivavano si bloccavano davanti alla strada sbarrata. «Non capivo cosa stava succedendo, sono sceso però mi sono accorto che ero in una situazione di pericolo e mi sono nascosto nei cespugli vicini», ha commentato con agitazione un automobilista. Altri uomini del commando erano a bordo di una Fiat Punto bianca che era subito dietro il portavalori. I malviventi hanno esploso diversi colpi contro il blindato. Le guardie si sono accorte degli spari solo in un secondo momento. Uno dei vigilante ha detto: «Ci sparano». Le guardie della sicurezza notturna si sono trovate decine di macchine ferme, tra queste la pattuglia della polizia. Sentivano spari, la gente urlava. Fortunatamente uno dei vigilante ha fatto in tempo ad azionare l'allarme, facendo scattare il sistema di antifurto "spuma block", una sostanza schiumosa che si solidifica bloccando i valori e impedendo così di prelevare il bottino. Dalla Fiat Punto i malviventi sono scesi e hanno ordinato alle guardie di uscire immediatamente dal blindato. Uno degli incappucciati ha dato un colpo di fucile sul braccio della guardia che stava alla guida del portavalori e con tono violento gli ha detto: «Perché non ti sei fermato subito?». I malviventi si sono fatti consegnare le armi, i giubbotti antiproiettili e i cellulari dai vigilante. Alcuni uomini del commando con una smerigliatrice hanno cercato di aprire il portellone del blindato. Hanno capito però che era già stato azionato l'allarme e disturbati dal caos che si era creato in quel momento nel tratto della statale. I rapinatori hanno preso in ostaggio un vigilante sotto la minaccia di un kalashnikov e sono fuggiti scavalcando lo spartitraffico e raggiungendo nella corsia opposta una Fiat Punto bianca che si è poi diretta verso Cagliari, lasciando l'ostaggio vicino a un distributore di benzina sulla 130 vicino a Musei. In tarda mattinata gli agenti della polizia hanno ritrovato le due auto utilizzate per la fuga: la Fiat Punto bianca e una Chevrolet grigia. Sul luogo della tentata rapina sono arrivati gli agenti della squadra mobile di Cagliari, coordinati dal dirigente Alfredo Fabbrocini e i carabinieri della compagnia di Iglesias. Un elicottero della polizia, ha sorvegliato per oltre un’ora l'area in cerca dei rapinatori. Sul posto intorno anche gli agenti della scientifica che hanno effettuato i rilievi e contatto otto colpi di arma da fuoco sul portellone del portavalori. Il modus operandi della banda appare molto simile a quella che a marzo è finita in manette.

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