La Nuova Sardegna

La Cgil non si fida della ripresa

di Claudio Zoccheddu

Michele Carrus: «Segnale positivo ma deve essere rapportato ai fattori esterni»

23 giugno 2016
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SASSARI. Ripresa? Si, ma a passo lento. Molto lento. I dati diffusi dal report della Banca d’Italia non hanno riscaldato l’animo di Michele Carrus, segretario regionale della Cgil: «Mi pare che sia la fotografia di una situazione sospesa tra la luce e l’ombra. Ovviamente quel +0,3 per cento di crescita è un segnale positivo ma è un dato contenuto che indica una crescita debole». Secondo il segretario di Cgil ci sarebbero anche altri aspetti da approfondire: «Ci sono fattori endogeni che non possono essere sottovalutati, come la grande immissione di liquidi da parte della Banca centrale europea, il calo del prezzo del petrolio, la crisi internazionale che favorisce la nostra industria turistica e gli scambi agevolati dal rapporto tra Euro e Dollaro».

Nel computo che definisce la visione d’insieme non poteva mancare uno dei provvedimenti governativi più criticati dai sindacati: «L’odioso Job Act di Renzi che ha permesso al governo di regalare incentivi ma che credo abbia dato vita a un gigante dai piedi d’argilla», ha detto ancora Michele Carrus.

La ricetta della Cgil per ottenere una crescita significativa e duratura passa per i grandi temi del confronto tra il Governo e i sindacati: «Servono politiche sul lavoro più efficaci che possano permettere di far cambiare il passo al mercato del lavoro. A quanto pare ci sarebbero le risorse per dare una svolta che deve essere tradotta nell’incremento degli investimenti e nella semplificazione delle procedure burocratiche. Se la nostra crescita è così lenta è colpa anche delle lungaggini burocratiche».

Nel report di bankitalia, però, c’erano anche aspetti negativi, sotto tutti i punti di vista. La disoccupazione giovanile è il più importante, con un tasso di occupazione diminuito di 2 punti nella fascia d’età compresa tra i 15 e i 24 anni: «Il futuro potrebbero essere le start up ma devono essere finanziate da investimenti pubblici selettivi. È così che si dovrebbe sostenere lo sviluppo dell’apparato produttivo e delle attività di ricerca ed è così che si potrebbe limitare la fuga dei nostri giovani verso mercati più competitivi».

La cura potrebbe arrivare dal patto con la Sardegna annunciato da Renzi: «Potrebbe ma per il momento questo è un governo nemico della nostra regione. I soldi non serviranno se non verranno corredati dai programmi territoriali e dal sostegno ai redditi delle persone in difficoltà. Abbiamo 30mila disoccupati che non hanno accesso agli ammortizzatori sociali».

L’ultimo capitolo riguarda Meridiana: «Preferisco non commentare le voci di corridoio secondo cui l’accordo con Qatar airways sarebbe saltato per colpa dei sindacati. La realtà è che nel patto con il governo uno dei punti fondamentali deve essere la continuità territoriale, quella vera», ha concluso Michele Carrus.

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