La Nuova Sardegna

La rivolta dei B&b contro la Regione: «Non ci ascoltano»

di Claudio Zoccheddu
La rivolta dei B&b contro la Regione: «Non ci ascoltano»

Il testo ora in commissione non piace alle piccole strutture. È scontro con gli albergatori: norme su misura per favorirli

30 maggio 2016
4 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Sono come i parenti che non vengono invitati al pranzo di famiglia. O perlomeno è così che si sentono. Forse perché ragionano in maniera diversa, forse perché hanno gusti differenti ma probabilmente perché il posto da capotavola è uno solo e dividerlo non è facile, e nemmeno conveniente. I gestori dei bed and breakfast si sentono come se fossero i figli del dio minore del turismo e non hanno nessun problema a dirlo a chiare lettere: «La nuova legge sul turismo? La fanno solo per favorire gli albergatori», taglia corto Ugo Masala, presidente dell'associazione che riunisce gli operatori delle piccole strutture di qualità, «la dimostrazione è tutta nel fatto che non siamo stati coinvolti e che nessuno ci ha informato di quello che stava per accadere o che accadrà. Fanno tutto come se nemmeno esistessimo e infondo siamo abituati a questa situazione».

[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:regione:1.13526088:gele.Finegil.StandardArticle2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/regione/2016/05/23/news/stop-al-far-west-di-camere-e-b-b-una-nuova-legge-in-regione-1.13526088]]

I numeri. Eppure, i B&b e le strutture equiparate sono una realtà e rappresentano una grossa fetta dell'offerta turistica regionale. Le cifre, secondo Masala, non sono quelle che si possono lasciare chiuse ad ammuffire in un cassetto: «Le strutture che hanno un'autorizzazione regolare sono 2400». Un numero che moltiplicato per un massimo di tre camere, e quindi sei posti letto totali, porta a un conto totale di 14400 posti disponibili nelle sole strutture autorizzate. E le tre stanze sono il limite massimo per un bed and breakfast, quello che determina la distinzione tra i B&b e gli altri tipi di strutture ricettive. Ovviamente, non sono solo rose e fiori: c'è anche chi proprio non ne vuole sapere di versare l'iva nella casse dello Stato e si è organizzato da solo, senza perdere tempo con noiose autorizzazioni o con norme di rispetto per l’igiene e la sicurezza

I clandestini. Sugli operatori di mercato che operano nel lato oscuro della ricettività low cost c'è solo una certezza: sono tantissimi. Se le presenze turistiche che vengono registrate ogni anno in Sardegna toccano quota 35milioni, solo 11milioni finiscono nei registri della attività turistiche ufficiali. Rimane un "buco" di 24 milioni di villeggianti che finiscono nella rete degli affittacamere abusivi o delle case vacanze mascherate da seconde case dove i turisti sono “ospiti” e dove le ricevute fiscali sono più rare del Gronchi rosa. «Purtroppo è così, lo ammetto. Se esistono 2400 strutture regolari ce ne sono un'infinità che operano in maniera del tutto abusiva. Comunque preferisco non parlare di chi non è autorizzato, non è un mio compito e sono abituato a guardare nel cortile di casa mia», dice ancora Ugo Masala.

La protesta. Molto meglio spendere il tempo disponibile per segnalare il malcontento che anima la categoria dei locandieri del nuovo millennio: «La Regione non sta facendo niente di nuovo. Sono almeno 20 anni che si parla di una legge sul turismo ma ancora non abbiamo visto nulla di concreto. Questa volta si sono limitati a prendere le proposte fatte dal vecchio assessore, Luigi Crisponi, e metterle in nuova veste ma il succo è sempre lo stesso. Crisponi, d'altra parte, è un albergatore e dunque è piuttosto chiaro dove si voglia andare a parare».

[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:regione:1.13498596:gele.Finegil.StandardArticle2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/regione/2016/05/18/news/in-arrivo-nuove-regole-hotel-e-b-b-cambia-tutto-1.13498596]]

Venti di guerra. I gestori dei bed and breakfast sono convinti di una cosa: se il settore alberghiero è in crisi non è certo colpa loro. Anzi. I motivi del fallimento sarebbero addirittura evidenti: «Vedono la pagliuzza nell'occhio degli altri ma non notano la trave nel loro», questa volta Masala cita il vangelo ma il concetto di base è poco fraterno, «Spesso si tratta di strutture fuori mercato, troppo care e lontane dalle esigenze dei turisti. Chi viaggia va alla ricerca della flessibilità e dell'agilità che favorisce gli spostamenti. Ovviamente, lo fa cercando di spendere il meno possibile».

Le proposte. Masala ha le idee chiare: «Abbiamo chiesto un incontro con la commissione regionale del Turismo. Abbiamo tante proposte e speriamo di trovare qualcuno disposto ad ascoltarle». Il problema, secondo i gestori dei B&b, non sarebbe nella concorrenza tra strutture ricettive ma piuttosto in una politica dei trasporti non adeguata. Si parte dall'allontanamento dei voli low cost "che avevano portato un po' d'aria nuova" alla carenza delle reti interne "dalle strade alla rete ferroviaria, assolutamente insufficiente". E poi c'è la destagionalizzazione, un argomento affrontato più volte ma mai uscito dal campo delle possibilità. Ecco perché, secondo i gestori dei bed and breakfast, indicare le loro strutture come unica falla del sistema è una forzatura che non può nemmeno essere considerata.

In Primo Piano
Sanità

Ospedali, Nuoro è al collasso e da Cagliari arriva lo stop ai pazienti

di Kety Sanna
Le nostre iniziative