La Nuova Sardegna

«La ludopatia è un vero cancro»

«La ludopatia è un vero cancro»

L’economista Pelligra: «Influenziamo il mercato, premi a chi non ci guadagna»

15 maggio 2016
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«Gioco responsabile? È solo una formula pubblicitaria. Purtroppo è impossibile che lo Stato imbastisca politiche di contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo». Vittorio Pelligra, professore di Politiche economiche all’università di Cagliari non ha dubbi sulla reale portata del gioco d’azzardo in Italia e, quindi, anche in Sardegna: «Ha detto bene papa Francesco, è un cancro».

I motivi per una classificazione così netta vengono fuori quando il professore esprime il suo parere sulla vicenda: «È un settore troppo redditizio e garantisce entrate sicure. Anzi, verrà incrementato».

Purtroppo sembra una strada senza uscita, un vicolo cieco in cui si sono infilate anche le amministrazioni comunali che hanno provato a combattere il fenomeno: «Un esempio», spiega Pelligra, «nonostante gli incentivi promessi dal Comune a chi eliminava le slot, a Oristano solo due esercizi hanno aderito all’iniziativa: Perchè? È chiaro, se ti propongono uno sconto sulla Tari di 800 euro e tu ne guadagni 1600 dalle slot perché dovresti accettare?».

Accantonato il sistema degli incentivi, Vittorio Pelligra e gli attivisti del movimento Slotmob hanno deciso di iniziare a praticare una forma di sostegno più diretta: «È il voto di portafogli. Usiamo le regole del marcato per creare pressione all’offerta». In altre parole, gli attivisti di Slotmob si riuniscono e scelgono un bar in cui consumare, ad esempio, un aperitivo per un centinaio di persone. Così si contribuisce a rendere più pingue il guadagno del bar che non ospita le slot: «Lo possono fare tutti, anche volta per volta. Basta evitare gli esercizi in cui non si gioca e fare i propri acquisti dove non ci sono slot. Oltre alla piccola compensazione economica diamo anche visibilità all’esercizio commerciale», aggiunge il professore.

Un esempio di quello che possono fare il voto di portafoglio e la volontà popolare è andato in scena nei giorni scorsi, quando il movimento Slotmob ha invaso le piazze di 63 città italiane, tra cui Cagliari, Sassari e Oristano: «È andata molto bene e abbiamo provato a diffondere il nostro messaggio. Speriamo di esserci riusciti perché purtroppo continuiamo ad assistere a fatti incredibili che passano sotto silenzio. Ad esempio, un rapporto incrociato di Guardia di finanza e Corte dei conti ha dimostrato inequivocabilmente che la diffusione del gioco d’azzardo legale ha incrementato anche quella delle scommesse e dei giochi clandestini. Non solo, è ormai appurato che le mafie utilizzano i canali del gioco per riciclare il denaro sporco». Come se il gioco legale fosse il liceo in cui si forma il giocatore mentre quello clandestino fosse l’università, dove le puntate le diventano più pesanti e aumentano i rischi.

L’ultimo accenno è dedicato ai testimonial del gioco d’azzardo. Personaggi famosi che attirano i giocatori: «Mi riferisco a campioni del calibro di Tania Cagnotto, Gigi Buffon, Francesco Totti e Ronaldo. Non sanno quello che fanno, voglio sperare che non se ne rendano conto. Il gioco responsabile non esiste e non esisterà mai». (c.z.)

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