La Nuova Sardegna

L’ex sindaco di Orgosolo si ricandida: i sospetti sulla lista rivale

di Paolo Merlini
Il municipio di Orgosolo, nel riquadro il sindaco dionigi Deledda
Il municipio di Orgosolo, nel riquadro il sindaco dionigi Deledda

I detrattori accusano: voto concordato. Lui e la concorrente ribattono: è falso

12 maggio 2016
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ORGOSOLO. Due processi in corso e una richiesta di rinvio a giudizio che il 19 luglio potrebbe tramutarsi in un terzo procedimento. È il non comune pedigree di Dionigi Deledda, candidato sindaco alle elezioni comunali del 5 giugno prossimo, che fra l’altro è un ufficiale di polizia giudiziaria: è infatti ispettore del Corpo forestale. Ma ciò che in questi giorni fa discutere Orgosolo è il fatto che Deledda abbia deciso di candidarsi alle elezioni anticipate che lui stesso ha provocato, il 21 gennaio scorso, rassegnando – proprio a causa delle inchieste giudiziarie – le dimissioni insieme con i componenti della giunta e della maggioranza consiliare.

«Meglio il commissario». Dai primi di febbraio, il Comune di Orgosolo è amministrato da un commissario straordinario nominato dalla Regione, Felice Corda, ex direttore dell’Ente Foreste. Il suo arrivo, in un clima infuocato da inchieste e polemiche, è stato accolto positivamente da molti cittadini: un sentimento di cui si sono fatte interpreti le due liste all’opposizione, Orgosolo Cambia e Pro Sa Vidda, che hanno deciso di non ripresentarsi alle elezioni, invitando le altre forze in campo a fare altrettanto. Un segno di resa? Tutt’altro, almeno a sentire Pro Sa Vidda, lista a maggioranza Pd: occorre «rasserenare il clima politico all’interno della comunità orgolese e favorire la nascita di una nuova classe dirigente».

Deledda invece ha spiazzato tutti, e la sua lista l’ha presentata comunque. Anzi, ne ha presentato due, almeno a sentire i suoi detrattori, giusto per dormire sogni tranquilli. Se la sua fosse stata l’unica lista in corsa, infatti, avrebbe dovuto vedersela prima di tutto con il quorum del 50 per cento, riuscendo a portare ai seggi almeno metà dei 3500 elettori orgolesi. Con un’altra lista in corsa, invece, il problema quorum non si pone e potrebbero bastare, all’uno e all’altro schieramento, poche decine di voti per insediarsi in municipio. Insomma, alla lista di Deledda, che si chiama Orgolesi, si opporrebbe la classica lista civetta, dal nome Murales. In paese lo pensano in molti, e c’è chi lo scrive a chiare lettere, come Franca Brotzu, segretaria del Partito democratico, che parla di due liste «espressione forse della medesima forza elettorale» e definisce Murales «evidentemente una lista “civetta” di supporto alla prima». «È lampante a tutti che il gioco non è propriamente democratico e appare uno sfregio alla Democrazia e uno sberleffo all’intelligenza degli orgolesi», conclude Franca Brotzu.

«Niente foto, grazie». Gli interessati smentiscono con forza. A cominciare da Santina Cossu, 64 anni, titolare di un negozio di artigianato in corso Repubblica, che guida Murales. «Sono illazioni – tuona – la mia non è una lista civetta nata all’ultimo momento o per volontà altrui. È il frutto di un lavoro articolato portato avanti da tempo. Con me ci sono nove candidati, sei dei quali donne. Si gioca per vincere, il nostro obiettivo è amministrare Orgosolo». Ma cosa pensa di Deledda e delle sue peripezie giudiziarie? «Conosco bene Dionigi, siamo stati assessori dieci anni fa nella stessa giunta. Posso dire che da sindaco ha amministrato bene, ha cercato di fare il meglio per il paese», conclude Cossu, che declina l’invito a farsi fotografare, circostanza certo singolare per una persona alle prese con una campagna elettorale.

Netta anche la smentita di Dionigi Deledda. «A me proprio non risulta. Il mio obiettivo è dare un’amministrazione a Orgosolo, e in caso di vittoria stabilire un rapporto sereno con la signora Cossu, che stimo e ritengo una persona seria». Certo è che la sua candidatura gli dà una mano, perché elimina il problema del quorum. «Bisognerebbe chiederlo al Pd, che ha deciso di non presentare una lista. Rispetto la loro scelta, ma dobbiamo farla per forza anche noi o abbiamo il diritto di pensarla diversamente?», conclude Deledda.

Il giallo dei certificati. In questa vicenda si inserisce il commissario Felice Corda, che segnala un episodio rivelatore accaduto prima della presentazione delle liste. I certificati elettorali dei candidati di entrambi gli schieramenti, documentazione necessaria per presentare le liste, sarebbero stati raccolti il giorno prima in municipio da una sola persona. Chi? «Dionigi Deledda – dice Corda – Sento il dovere di dirlo pubblicamente per chiarezza verso la popolazione di Orgosolo». Solo una cortesia o qualcosa di più? Come faceva Deledda a sapere in anticipo quali persone avrebbe candidato la sua avversaria? L’interessato nega, mentre alla candidata sindaco di Murales «questo non risulta».

Il ripensamento. L’altro episodio spinoso riguarda il ricorso alla commissione elettorale presentato dall’ex segretario comunale Patteri, il quale sostiene che Deledda ha due mandati alle spalle e non può candidarsi per un terzo, anche se il secondo è durato appena un anno, perché si è dimesso di sua volontà. Ma la Prefettura, anche sulla base di un parere del ministero dell’Interno che Deledda aveva richiesto preventivamente, ha risposto che è tutto in regola. Dopo le dimissioni il sindaco aveva diritto a un ripensamento di venti giorni, ma una settimana dopo la Regione aveva già nominato un commissario.

Infine, le norme introdotte dalla legge Severino, che riguardano la decadenza di amministratori condannati con sentenze di primo grado o nei cui confronti siano state emesse misure cautelari. Deledda, al momento, non vi rientra: non ha condanne, e la richiesta del pubblico ministero di divieto di dimora a Orgosolo (che lo ha portato a dimettersi) è stata respinta dal giudice per le indagini preliminari. «Ho procedimenti in corso, è vero – dice Deledda, accusato di reati che vanno dall’abuso di ufficio alla turbativa d’asta – ma non sono stato ancora condannato. Sono convinto di aver agito correttamente».

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