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E in paese invocano: lasciateci il commissario

E in paese invocano: lasciateci il commissario

ORGOSOLO. «Lasciamo il commissario al suo posto, sta lavorando bene». A Orgosolo è opinione diffusa, ma se lo dicono il Pd e persino i grillini c’è da crederci. In poco più di tre mesi, Felice Corda,...

12 maggio 2016
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ORGOSOLO. «Lasciamo il commissario al suo posto, sta lavorando bene». A Orgosolo è opinione diffusa, ma se lo dicono il Pd e persino i grillini c’è da crederci. In poco più di tre mesi, Felice Corda, nuorese classe 1947, ex direttore dell’Ente Foreste, ha conquistato un indice di gradimento da far invidia a politici di lungo corso. È accaduto perché ha risolto problemi che si trascinavano da anni, e la giunta Deledda, ma anche le precedenti non riuscivano a sbrogliare. Ma si è trovato di fronte a una serie di follie amministrative.

Pastori senza corrente. L’elettrificazione rurale, per esempio. I pastori di Orgosolo vivono e lavorano ancora come i loro antenati: non hanno la corrente elettrica, se non grazie a gruppi elettrogeni. Sono forse gli ultimi rimasti in queste condizioni nell’isola. Dopo aver ricevuto le prime proteste, Corda è andato a vedere il motivo e ha scoperto che dal 2005 giace inutilizzato un finanziamento di quasi un milione di euro anche se c’è un progetto di massima. Inattuabile, in verità, perché si deve alla premiata ditta Chessa & Pinna finita agli onori delle cronache e agli arresti nell’ambito dell’inchiesta nota come Sindacopoli. I due progettisti si erano dimenticati di coinvolgere l’Enel, che aveva bloccato tutto in attesa di una stesura definitiva che tenesse realmente conto dei luoghi da “elettrificare”. Risultato, la convenzione è scaduta, l’impresa incaricata ci ha rimesso di suo 100mila euro di cavi e pali della luce. Ma Francesco Chessa e Salvatore Pinna sono stati regolarmente pagati (24mila euro a testa). Ora Corda chiede la restituzione della somma, in vista di un nuovo affidamento dell’incarico e una seconda convenzione con l’Enel. Poi ci sono i danni provocati dall’alluvione del 2013. Siamo in stato d’emergenza, e l’allora sindaco Deledda chiede e ottiene fondi per 300mila euro dalla Regione per restaurare il ponte rurale di Badu ’e harru, di fondamentale importanza per i pastori. Lo fa senza alcuno studio preliminare, almeno stando alle carte. I fondi restano inutilizzati, e i calcoli sono sbagliati: in realtà servono almeno 900mila euro, che Corda ora sta chiedendo alla Regione.

L’erba sintetica. C’è ancora il caso del campo sportivo, l’appalto che ha portato alle dimissioni del sindaco. Riguardava la realizzazione di un manto erboso sintetico, per una somma complessiva di 650mila euro. Si fa la gara d’appalto, che viene aggiudicata, provocando una serie di ricorsi da parte di un’impresa tagliata fuori: secondo l’accusa la giunta Deledda avrebbe graziato la ditta assegnataria offrendosi di pagare di tasca propria la spesa del prato, ben 132mila euro, acquistato fra l’altro senza aver valutato altre offerte.

Ben più serio il caso dei servizi sociali. Nonostante in Comune ci sia una figura vincitrice di concorso e con la necessaria esperienza, Deledda e un assessore avrebbero avocato a sé importanti competenze del servizio, fondamentale tra i vari compiti per la distribuzione degli aiuti in varia forma ai tanti bisognosi. Su alcuni aspetti di questa vicenda, Deledda e un componente della sua giunta sono sotto processo per abuso d’ufficio. Nel frattempo, ma di sicuro è un caso, l’auto della funzionaria titolare dei servizi sociali è stata incendiata, proprio mentre la donna è testimone in questo e altri processi contro l’ex giunta di Orgosolo.

Il nome inventato. Tra questi, quello sul caso trichinella, pericoloso parassita che si annida nei suini e quindi negli insaccati, con conseguenze devastanti per la salute. Secondo la procura di Nuoro, Deledda e alcuni assessori avrebbero falsato deliberatamente l’identità del proprietario di un maiale risultato infetto, come ha appurato un’indagine condotta dal commissariato di polizia di Orgosolo. C’è poi il caso degli espropri. Come quelli di Sa Costa. Un errore materiale nei dati catastali li ha resi inefficaci, ma nessun amministratore si era mai dato da fare per correggerlo. Ci sta pensando ora Corda, alle prese con un esproprio di 28 anni fa che riguarda altri terreni dove furono costruite case popolari. Quando gli assegnatari hanno cercato di riscattare le abitazioni hanno scoperto che il terreno era ancora intestato ai vecchi proprietari. (p.me.)

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