La Nuova Sardegna

Caso Ryanair-Alghero: possibili gli aiuti pubblici ad aeroporti e compagnie aeree

di Mario Segni
Una manifestazione pro Ryanair davanti al consiglio regionale
Una manifestazione pro Ryanair davanti al consiglio regionale

L'opinione: non è affatto vero, come spesso si dice, che le norme comunitarie vietino rigorosamente ogni intervento

06 maggio 2016
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Amministrare la cosa pubblica è difficile, soprattutto quando, come nel caso di Ryanair, ci si deve muovere fra la complessa normativa europea e spregiudicate compagnie aeree. Non mi unisco quindi alle facili critiche contro la Regione. Ma ci sono alcune domande che non hanno ricevuto risposta, e sulle quali è utile un dibattito aperto che aiuti a trovare la soluzione. Ricordiamo i fatti. Nel 2010 la Regione concede importanti aiuti finanziari ai tre aeroporti sardi, Alghero, Olbia e Cagliari. Parte di questi finanziamenti vengono trasferiti a Ryanair.

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La Commissione ravvisa un “aiuto di Stato”, cioè un finanziamento pubblico che viola le regole europee sulla concorrenza, e apre una procedura di infrazione. Dirà la Corte europea se questo è vero. Spero di sbagliarmi, ma mi sembra difficile negare che vi sia stata violazione delle norme europee, dato che la Commissione contesta anche l'inadempimento di una serie di obblighi formali, come il previo accordo e la autorizzazione europea.

Da quel momento gli aiuti regionali agli aeroporti e alle compagnie sono cessati, e Ryanair ha tagliato i voli gettando la Sardegna, e soprattutto il nord, in una situazione drammatica. Dobbiamo allora chiederci: si poteva fare qualcosa nei due anni che sono passati dalla contestazione europea? E soprattutto, che cosa si può e si intende fare adesso?

La domanda è doverosa perché non è affatto vero, come spesso si dice, che le norme comunitarie vietino rigorosamente ogni intervento pubblico a favore di aeroporti e compagnie aeree. Gli interventi sono ammessi, alle condizioni e nei limiti spesso enunciati, e ribaditi in una comunicazione del 2014. Per quanto riguarda i finanziamenti alle compagnie si richiede anzitutto che facciano parte di un piano industriale in grado di portare alla zona interessata un ragionevole incremento di attività economiche con ricadute sociali.

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Devono essere limitati nel tempo. Devono collegare aree “remote”, concetto non specificamente definito nei trattati ma dal quale sembra difficile escludere la Sardegna. Sono espressamente indicati interventi a favore di nuove rotte. Sono preferiti gli aeroporti più piccoli, ma sono esplicitamente ammessi quelli con un traffico annuale tra uno e tre milioni di passeggeri, tra i quali vi sono Alghero e Olbia E per tutti è necessaria la previa comunicazione a Bruxelles del programma nei suoi particolari, e l'autorizzazione della Commissione. Insomma un percorso complesso, con limiti e condizioni, ma un percorso possibile.

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Perché allora non si è tentato, nei limiti delle norme europee e con il consenso della Commissione, di stringere nuovi accordi con Ryanair e gli altri vettori? Era un percorso accidentato, lo ripeto: l'Europa richiede tra l'altro trasparenza e offerte aperte a tutti, mentre Ryanair pretende la trattativa privata. Ma pur se difficile il cammino era possibile.

Lecita allora la domanda: che cosa si è fatto? Si sono presentati progetti per nuovi bandi e nuovi accordi? La Regione ha sostenuto che occorre attendere la sentenza della Corte, anche per vedere con certezza la strada da prendere. Ma in attesa di sapere quale è la medicina migliore il paziente sta morendo. E visto che la vecchia strada è comunque preclusa, perché non cercarne subito delle altre? E per il futuro che cosa si pensa di fare?

Un impulso della Regione è ancor più necessario dato che l’azione del governo è stata sinora deludente. La scellerata decisione di imporre una nuova tassa aeroportuale (che mi sembra anch'essa un aiuto di Stato) ha spinto Ryanair alla chiusura definitiva, e nonostante tutte le promesse la tassa non è stata ancora revocata. Dobbiamo darci da fare da soli insomma. Lo hanno capito gli imprenditori che – fatto molto positivo – hanno iniziato a muoversi spontaneamente. Adesso sta alla Regione agire velocemente e con determinazione. I trasporti sono veramente la priorità per la Sardegna.

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