La Nuova Sardegna

Eurallumina, impegno di Renzi per far ripartire la produzione

Operai dell'Eurallumina presidiano Montecitorio
Operai dell'Eurallumina presidiano Montecitorio

Una delegazione di operai è stata ricevuta dal premier a Palazzo Chigi. Resta comunque il presidio davanti a Montecitorio

02 maggio 2016
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ROMA. Il governo è pronto per accompagnare gli ultimi passaggi decisivi per la ripresa produttiva dell'Eurallumina di Portovesme, nel Sulcis, primo anello delle filiera dell'alluminio in Italia. L'impegno, secondo quanto riferito dai sindacati, è stato preso ieri mattina (primo maggio) dal premier Matteo Renzi durante l'incontro a Palazzo Chigi con una delegazione di operai in presidio davanti a Montecitorio da due giorni.

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Il faccia a faccia è avvenuto durante una pausa della riunione straordinaria del Cipe ed è durato oltre mezz'ora. Presente anche il sottosegretario Luca Lotti. «Renzi ha riconosciuto la legittimità delle nostre richieste - spiega il capo della delegazione Antonello Pirotto, storico leader della Rsu - Noi abbiamo spiegato che è urgente riprendere la produzione per dare un futuro ad almeno 1.200 lavoratori, tra diretti e indotto, e alle loro famiglie: si parla di circa 5.000 persone, genitori con due o tre figli a carico, che vivono di sussidi in una provincia, il Sulcis, tra le più povere d'Italia».

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La battaglia non si ferma. «Per noi è un primo maggio di lotta - sottolinea Pirotto - qui a Roma come a Portovesme: tantissimi i lavoratori presenti da questa mattina con le loro famiglie ai cancelli della fabbrica, a Portovesme. E da ora - annuncia - la mobilitazione riprende con più forza. Ci sposteremo dal Sulcis a Cagliari e ci faremo sentire in tutte le sedi chiamate a rilasciare le ultime autorizzazioni per poter riprendere la produzione». Resterà anche il presidio a Montecitorio.

«Da qui non ci muoviamo - promette l'esponente della Rsu - è necessario vigilare anche rispetto all'impegno preso oggi da Renzi. Ci sono passaggi che riguardano il ministero dell'Ambiente e del Lavoro, bene noi vogliamo esseri sicuri di incassare il risultato. Siamo prudenti e scafati perchè - ricorda Pirotto con una punta di amarezza - troppe volte ci hanno preso in giro. Ora diciamo basta».

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