Sardegna al 5° posto in Italia per diffusione del diabete
Il 9 per cento della spesa sanitaria nell'isola (290 milioni di euro) è destinato alla cura della patologia: un workshop in corso nel capoluogo dimostra la necessità di avviare campagne di prevenzione anche per ridurre la spesa pubblica di 25 milioni di euro l'anno
CAGLIARI. La Sardegna, tra le prime cinque regioni in Italia per la diffusione del diabete, destina ogni anno il 9% della spesa sanitaria - circa 290 milioni di euro - alla cura della patologia. È quanto emerge da uno studio realizzato dal Ceis-Eehta dell’Università di Roma «Tor Vergata»1, presentato oggi a Cagliari nell’ambito del workshop «Contro il diabete gioco d’anticipo».
È stato stimato che una diagnosi tempestiva, un rapido avvio al trattamento e un monitoraggio adeguato del paziente sono l’arma migliore per ridurre le possibili conseguenze del diabete, ma anche per contribuire alla buona salute del Servizio Sanitario Regionale con risparmi fino a 25 milioni di euro l’anno grazie a una riduzione delle complicanze come ipertensione, neuropatia, insufficienza renale, disturbi agli occhi.
Si stima che il numero dei diabetici nell’isola sia di circa 85mila persone, delle quali oltre il 50% è affetto da almeno 2 o 3 patologie associate che contribuiscono ad aggravare il carico socio-sanitario della malattia. Se, infatti, i soggetti con solo diabete (pari al 13% del totale) generano il 4% della spesa complessiva, i pazienti con 1 comorbilità (35% del totale) impattano sui costi per oltre il 20%, mentre quelli con 2 o 3 comorbilità correlate (51% del totale) assorbono ben il 73% della spesa.
Rimane un ulteriore 1% di pazienti affetti da diabete associato a 4 comorbilità cui corrisponde l’1% della spesa. Tutto ciò senza calcolare gli oltre 325 milioni di costi indiretti causati dalla perdita di produttività per assenza da lavoro e pensionamento anticipato.