La Nuova Sardegna

Alcoa, continua la protesta sul silo

di Tamara Peddis

I tre sindacalisti: «Riapertura, noi ci crediamo». Ma la Glencore prende tempo

23 marzo 2016
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PORTOVESME. «Noi crediamo alla riapertura» è la nuova scritta apparsa ieri dall’alto del silo dello stabilimento ex Alcoa di Portovesme, dove da lunedì i tre segretari metalmeccanici del Sulcis Iglesiente, Roberto Forresu (Cgil), Rino Barca (Cisl) e Daniela Piras (Uil) protestano a sessanta metri d’altezza per chiedere il riavvio degli impianti. La richiesta è diretta al Governo affinchè mantenga gli impegni presi nel protocollo d’intesa firmato con la Glencore, la multinazionale interessata a rilevare lo stabilimento. Da ieri sera sono in corso interlocuzioni tra la Regione e la presidenza del Consiglio dei ministri. I sindacati nazionali sono a lavoro per sollecitare gli impegni presi in precedenza dalle istituzioni che da anni sostengono che la produzione di alluminio in Italia sia strategica. La multinazionale anglo-svizzera ha ricevuto la proposta del Governo per abbattere i costi dell’energia, ma secondo Glencore ci sono degli aspetti ancora da definire, per non incorrerere nelle sanzioni della Comunità europea. E intanto Glencore non risponde alle proposte del Ministro dello sviluppo economico Federica Guidi, ma prende tempo e non abbandona la trattativa. Ed è proprio fatto questo che fa sperare sindacati e lavoratori in una svolta positiva. Ieri mattina al piazzale davanti ai cancelli della fabbrica sono arrivati gli operai delle ditte d’appalto delle industrie del polo metallurgico: Portovesme srl, Enel, Eurallumina, insieme agli ex operai della Ila. Hanno scioperato un’ora per manifestare la solidarietà ai tre sindacalisti che occupano il silo e a tutti i lavoratori ex Alcoa. Per oggi è prevista la visita di alcuni consiglieri regionali.

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