La Nuova Sardegna

Sprechi, la seggiovia fantasma costata 1,7 miliardi di lire

di Luciano Onnis
Sprechi, la seggiovia fantasma costata 1,7 miliardi di lire

L’opera, costruita alla fine degli anni Novanta, è stata realizzata dal consorzio “Sa corona Arrubia” tra i Comuni di Villanovaforru e Collinas

19 marzo 2016
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VILLANOVAFORRU. La prima e unica seggiovia mai realizzata in Sardegna non sale e non scende più. L'impianto realizzato dal Consorzio turistico della Marmilla “Sa Corona Arrubia” nell'anfiteatro naturale compreso fra i territori di Villanovaforru e Collinas e la Giara di Siddi, ha infatti funzionato per dieci anni e da sei è diventato un malinconico monumento a se stesso. E alla inutilità. Fermo e immobile nella silenziosa e sinuosa vallata sovrastata a nord-est dal costone roccioso che la natura ha pitturato con folti macchioni di lichene rosso, non dà segni di vita. Il sibilare dei cavi d'acciaio sferzati dal vento di maestrale appare come il sinistro lamento agonizzante di chi chiede disperatamente di poter vivere ancora. Ma intanto cominciano a comparire evidenti i segnali di abbandono, di degrado e di morte.

L’opera. Costata a suo tempo (fine anni Novanta) un miliardo e 700 milioni di lire di soldi comunitari, la seggiovia ha gettato la spugna e si è fermata: al Consorzio sono mancati (e mancano ancora) i 300-350 mila euro necessari per la prescritta revisione della funzionalità complessiva dell'impianto, riferita in particolare allo stato di integrità e sicurezza dei tralicci metallici di sostegno e dei grossi cavi d'acciaio che sorreggono e trasportano i 120 sedili biposto.

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Il progetto. Un chilometro e poco più di tragitto aereo a una decina di metri dal suolo, dai 230 metri di quota alla partenza ai 400 d'arrivo. Venti minuti in sospensione in un contesto naturalistico mozzafiato, fino ad arrivare sulla Giara di Siddi dove flora e fauna selvatica la fanno da padroni assoluti. In dieci anni di saliscendi sono state trasportate diverse centinaia di migliaia di escursionisti, solitamente visitatori dell'adiacente Museo del Territorio, un complesso di 5mila metri quadrati costituito da più padiglioni espositivi, dove in questi anni hanno fatto tappa importanti mostre itineranti internazionali come quelle dei dinosauri e degli indiani d'America.

La storia. A inventarsi un museo di così vasta portata e successivamente l'annessa seggiovia per la Giara di Siddi era stato agli inizi del Novanta il vulcanico e compianto sindaco di Villanovaforru Giovanni Pusceddu (a lui è intestato il Museo), che nonostante l'età non più giovane – è rimasto sindaco a furor di popolo per oltre 30 anni, cedendo le armi per motivi di salute ormai più che ottantenne - una ne pensava e una ne faceva, centrando sempre testardamente i suoi obiettivi. Primo fra i quali trasformare il paesino di 700 anime che amministrava in un autentico “paese museo”, che tutt'ora porta evidenti i segni e i benefici della metamorfosi promossa e realizzata dal suo vecchio ma inesauribile vecchio primo cittadino. Sindaco di Villanovaforru, ma anche presidente insostituibile e a pieno diritto del Consorzio turistico della Marmilla “Sa Corona Arrubia”, una sua creatura a tutti gli effetti. All'atto della sua costituzione (1982) ne facevano parte quattro paesi, poi diventati venti sulla scia dei risultati ottenuti dal sodalizio turistico e culturale.

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L’abbandono. Con la morte di Pusceddu nel 2005, per Sa Corona Arrubia sono cominciate le difficoltà, a monte della costante crescita di visitatori del museo e di tutti i siti archeologici del territorio collegati, fra cui il complesso nuragico di Barumini. Il taglio di fondi da parte della Regione ha messo in crisi il Consorzio, con i dipendenti rimasti per qualche tempo anche senza stipendio. Le conseguenze più drastiche le ha pagate la seggiovia, bloccata nel 2010 perché non si trovano i soldi per la prescritta revisione di sicurezza dell'impianto. Si va ai sei anni di inutilizzo e non si intravede una rimessa in funzione. Andrà a far parte di già tanti altri monumenti all'inutilità assoluta?

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