La Nuova Sardegna

Sanità e sprechi, la Sardegna è ancora maglia nera

Sanità e sprechi, la Sardegna è ancora maglia nera

L’isola è tra le regioni non virtuose nella classifica del Tribunale del malato. E i costi del sistema delle Asl continuano a salire: nel 2014 di altri 57 milioni

17 marzo 2016
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CAGLIARI. Camici d’oro. La spesa sanitaria nell’isola non smette di crescere. La cifra monstre da 3,2 miliardi di euro continua la sua corsa inarrestabile. Alimentare la macchina della Salute costa oltre la metà del bilancio della Regione. Perché l’isola si paga da sola le spese per ospedali e assistenza. Una scelta che si potrebbe rivelare vincente solo se si tagliassero gli sprechi e si riducesse la spesa sanitaria. In questi mesi la Regione ha varato una serie di misure taglia-costi. Per ora il risultato è sconfortante. Almeno secondo la classifica di Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato. La Sardegna è tra le regioni sprecone. In particolare l’indagine mette in evidenza due opere. La prima i letti dell’ospedale Marino di Cagliari. Costati 5 milioni di euro, ma troppo grandi per entrare negli ascensori dell’ospedale. L’altro nodo messo in evidenza nella ricerca è il reparto di Emodinamica dell’ospedale di Lanusei. Una struttura all’avanguardia, ma mai aperta.

Ottimismo. In realtà la giunta Pigliaru ha ereditato dal passato queste due emergenze. Ma sarebbe riduttivo pensare che tutte le difficoltà si riducano a due situazioni complicate. Il gigante sanità ha bisogno di un’azione profonda di revisione. La Regione ci lavora su diversi piani. Da una parte porta avanti una complicata rivoluzione della rete ospedaliera che nelle intenzioni dell’assessorato dovrebbe ridurre i costi e migliorare il servizio. Dall’altro ha messo rigidi tetti di spesa a tutte le Asl.

La Commissione. Ma in consiglio c’è anche una commissione d’inchiesta ad hoc il cui ruolo è proprio sfidare l’impossibile: ridurre la spesa sanitaria. Il suo compito è studiare il sistema e cercare di capire dove sono gli sprechi e quali sono le spese. Perché in tutti questi anni la macchina sanitaria si è complicata tanto da rendere impossibile capire quante e dove sono le uscite. Un mostro ingovernabile.

La spesa. Per comprendere quanto sia complicato gestire la macchina basta leggere i dati che arrivano dalle spese delle Asl. L’ultimo anno disponibile è il 2014. L’Azienda di Nuoro ha accresciuto la sua spesa di oltre il 6%. È passata da 305 milioni a 324 milioni di euro. Inseguita da quella di Sassari che ha visto crescere sia i costi di gestione dell’Asl, da 568 a 588 milioni, più 3,5%. Sia con l’Aou con la spesa cresciuta del 4,8%. Tutte le altre Asl hanno incrementato la spesa intorno all’uno per cento rispetto all’anno prima. Le uniche due Asl virtuose sono quelle di Sanluri -0,2 e Carbonia -1,7.

Effetto dieta. Il tetto imposto alla spesa non è bastato ad arginare l’emorragia. Nel 2014 il costo della macchina sanitaria è aumentato di 57 milioni di euro. Con molta probabilità gli effetti delle scelte della giunta Pigliaru si potranno vedere solo tra un paio di anni, se la Regione riuscirà a portare a termine il doppio processo di riforma. La centralizzazione della spesa e la riforma della rete ospedaliera. Ma in questo caso il percorso sembra molto accidentato perché si scontra con la difesa dei presidi nei territori. In molti Comuni l’ospedale è rimasto l’ultimo baluardo, l’ultimo segno di identità in un’isola sempre più abbandonata. (l.roj)

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