La Nuova Sardegna

Braccio di ferro tra Aias e Asl, a farne le spese sono i lavoratori

di Silvia Sanna
Braccio di ferro tra Aias e Asl, a farne le spese sono i lavoratori

C’è un contenzioso vecchio di anni all’origine della mancata erogazione degli stipendi L’assessore Arru: stiamo cercando una mediazione. Oggi la protesta dei dipendenti in Regione

16 marzo 2016
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SASSARI. Quando il braccio di ferro è cominciato, le Asl si chiamavano ancora Usl, unità sanitarie locali. Già da allora l’Aias batteva cassa, sostenendo che le somme trasferite a titolo di rimborso delle prestazioni non erano sufficienti. Nel frattempo l’Aias, e in un secondo momento la Fondazione Stefania Randazzo, hanno continuato a garantire assistenza sanitaria attraverso l’accreditamento regionale. Significa che, sulla base dei contratti stipulati con le Asl, la Regione è andata avanti nell’erogazione di fondi pubblici. E il credito vantato dall’Aias è cresciuto sino a diventare una cifra importante. L’accordo economico non è stato mai raggiunto: «Ci stiamo provando», assicura l’assessore alla Sanità Luigi Arru. – ma il percorso è complicato». È i primi a farne le spese sono i dipendenti. Ai quali, più volte nel corso degli anni, sono stati tagliati gli stipendi. Attualmente, i lavoratori Aias non ricevono i compensi da novembre, quelli della Fondazione Randazzo da agosto. Mille quattrocento lavoratori spettatori e vittime di una diatriba, sullo sfondo il complesso sistema dell’assistenza sanitaria e riabilitativa. Nel quale il sistema pubblico, per andare avanti, ha bisogno dell’indispensabile stampella dei privati.

La protesta. Oggi alle 15 una rappresentanza di lavoratori Aias e Fondazione Randazzo sarà in viale Trento, sede della presidenza della giunta regionale. La manifestazione è organizzata da Cgil, Cisl e Uil, che chiedono un intervento risolutivo del governatore Pigliaru. All’incontro parteciperà anche l’assessore Arru che assicura il massimo sostegno ai lavoratori senza stipendio.

La vertenza. I lavoratori chiedono alla Regione il via libera all’applicazione dell’articolo 1676 del codice civile, come già accaduto in passato: in questo caso sarebbero le Asl a versare i compensi ai dipendenti, senza il passaggio intermedio all’Aias e alla Fondazione Randazzo. «Non tutte le Asl sono d’accordo – dice l’assessore Arru – perché la dirigenza dell’Aias ha bloccato la consegna delle buste paga, indispensabili per esigere il credito, perché le aziende sanitarie non si accontentano dell’autocertificazione». E il contratto, firmato da una sola sigla sindacale (Ugl) non prevede che la mancata erogazione dei compensi ai lavoratori possa costituire giusta causa per recedere dall’accreditamento. «L’unica soluzione è una transazione di tipo economico – aggiunge l’assessore Arru –. Nel frattempo opereremo per favorire corretti rapporti sindacali e il rispetto dei diritti dei lavoratori».

L’assistenza. Il 70 per cento della riabilitazione nell’isola è in mano a soggetti privati. All’interno di questa torta, la fetta di Aias-Fondazione Randazzo corrisponde a circa il 40 per cento, grazie ai 49 centri e alle 3 residenze sanitarie assistite. È evidente l’importanza del pubblico per garantire continuità all’assistenza. Gli accreditamenti sono una diretta conseguenza, «ma ora – dice Arru – staremo ancora più attenti, maggiori controlli per verificare la qualità del servizio ma anche il clima di lavoro nelle strutture»..

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