La Nuova Sardegna

SASSARI. Il delegato del Cocer alza gli scudi. Antonsergio Belfiori storce il naso e attacca Gian Piero Scanu, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito. Il motivo dello scontro è questo: la richiesta di chiusura dei poligoni di Capo Frasca e di Teulada e la riconversione di quello di Quirra che Scanu presenterà a giugno a parlamento e governo. «Le dichiarazioni del deputato destano molte preoccupazioni – spiega Belfiori –. Notiamo che il presidente della Commissione si occupa moltissimo della chiusura dei poligoni senza però avanzare proposte concrete per quanto riguarda l’impiego del personale miliare e civile». Belfiori si fa portavoce dei 3mila lavoratori e delle loro famiglie. «Eravamo convinti che la Commissione servisse a fare luce e chiarezza sui casi di morte di militari probabilmente relazionate all’esposizione all’uranio impoverito, certamente non nei poligoni sardi – continua il delegato del Cocer aeronautica –. Invece notiamo che Scanu si occupa moltissimo della chiusura dei poligoni. Le sue dichiarazioni sono frettolose, visto che la commissione ha cominciato a operare da pochissimo tempo». Il rappresentante dei lavoratori non ha dubbi. «A Quirra non c’è pericolo per ambiente e salute e non sono necessarie bonifiche – prosegue –. Inoltre Capo Frasca non è inquinata e non si fa uso di armamento reale, il materiale inerte viene puntualmente raccolto. E Capo Teulada, a parte la piccola penisola interdetta, non presenta criticità ambientali». Infine Belfiori ribadisce l’importanza dell’indotto economico generato dai poligoni. «Scanu deve dirci perché vuole chiudere i poligoni e come intende salvaguardare tutti i posti di lavoro e l’enorme indotto» conclude il delegato Cocer.