La Nuova Sardegna

Grifoni a rischio, creata una task force per metterli in salvo

di Alessandro Farina
Grifoni a rischio, creata una task force per metterli in salvo

Troppi rapaci morti a Bosa avvelenati dai bocconi. Istituito un nucleo ad hoc per vigilare nelle campagne

11 febbraio 2016
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BOSA. Una task force per mettere in salvo i grifoni dai veleni illegali utilizzati da agricoltori e allevatori. Da qualche tempo l’unica specie di avvoltoi sopravvissuta in Sardegna è a rischio a causa dei bocconi letali che vengono piazzati nelle campagne per uccidere volpi e cani randagi. Un metodo illegale che sta causando anche la morte di numerosi grifoni, che si cibano delle carcasse degli animali avvelenati. Di qui la necessità di costituire una task force formata da sei operatori qualificati del Corpo forestale regionale, coadiuvati da unità cinofile addestrate alla ricerca di veleni, che avranno il compito vigilare nelle campagne del Marrargiu per cercare di ridurre le cause di mortalità del grifone. Si tratta di una delle azioni del progetto Life under griffon wings, finanziato dalla Comunità europea e dall’università di Sassari in collaborazione con il Corpo forestale, l’ente foreste e il Comune di Bosa. «L’utilizzo illegale di veleni impiegati da agricoltori e allevatori nella lotta contro i predatori terrestri, quali la volpe e i cani randagi, rappresenta una delle minacce più significative per i selvatici, in particolare per gli avvoltoi – spiega il direttore del servizio Maria Piera Giannasi –. Secondo i dati forniti dal ministero dell’Agricoltura infatti tra il 2000 e il 2010 sono almeno 40 gli esemplari di gipeto, 638 quelli di avvoltoio e 2246 di grifone, morti per avvelenamento, mentre la recente estinzione degli avvoltoi dalla penisola balcanica, è attribuita all’utilizzo illegale di veleni nella lotta contro lupi e sciacalli».

Nell’agosto del 2008 la presenza di esche avvelenate aveva determinato il fallimento del progetto di reintroduzione dell’avvoltoio gipeto sia in Sardegna che in Corsica. Insomma, a distanza di otto anni, l’utilizzo illegale di veleni rappresenta ancora oggi una minaccia reale, anche per la popolazione di Gips Fulvus che nidifica sulle alture del Marrargiu di Bosa, unica colonia autoctona in Italia, il timore. Uno degli obiettivi del progetto Life quindi è quello di ridurre le cause di mortalità del grifone e agevolare le condizioni per la sua sopravvivenza, con specifica azione in tal senso posta a capo del corpo forestale e di vigilanza ambientale della Regione. Maria Piera Giannasi annuncia la creazione, dopo un periodo di addestramento e formazione, del Nucleo cinofilo antiveleno (Nca), formato da sei unità di personale e affiancato da esperti nell’impiego di cani appositamente addestrati nella ricerca di veleni e delle sostanze tossiche per i grifoni, secondo le migliori pratiche messe in atto e impiegate in tutta Europa.

La task force quindi cercherà di prevenire e reprimere l’uso di bocconi avvelenati, che spesso purtroppo utilizzati per eliminare anche animali domestici. Riducendo di conseguenza i rischi di morte per avvelenamento dei grifoni che, notoriamente si cibano di carogne. A breve quindi il nucleo inizierà a effettuare sopralluoghi e ispezioni preventive, o anche su chiamata in caso d’emergenza, nei territori individuati dal progetto e dove sopravvivono gli ultimi esemplari di grifone in Sardegna.

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