La Nuova Sardegna

Equitalia si paga solo a rate, calano le cartelle “pazze”

Equitalia si paga solo a rate, calano le cartelle “pazze”

Boom di dilazioni: oltre un milione di istanze. Quote inesigibili ormai patologia. Il “magazzino” dei crediti ammonta a mille miliardi ma solo 51 sono esigibili

10 febbraio 2016
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ROMA. In un anno sono state oltre un milione le domande per pagare a rate le cartelle esattoriali, tanto che Equitalia, da quando ha in mano l’attività di riscossione, da fine 2006, calcola in più di 100 miliardi il controvalore delle richieste ricevute. «La rateizzazione funziona», sottolinea l’amministratore delegato della società pubblica incaricata di recuperare i crediti, Ernesto Maria Ruffini, snocciolando i dati di fronte ai senatori della commissione Finanze. Tuttavia la lotta all’evasione in Italia incontra ancora delle difficoltà.

Basti pensare che il carico totale lordo dei crediti affidato a Equitalia, il cosiddetto «magazzino», tutti gli ordini di riscossione accumulati dal 2000 ad oggi, ammonta a 1.058 miliardi di euro ma la quota aggredibile si riduce a 51 miliardi, appena il 5%. E una buona fetta, circa 217 miliardi, non è recuperabile perché partita per errore. Quindi una grossa fetta dell’arretrato è solo sulla carta: il 20,5% del totale, appunto oltre 200 miliardi, sono stati annullati dagli stessi enti creditori, in quanto, spiega l’amministratore delegato, «ritenuto indebito, cioè non dovuto ai contribuenti», a seguito di provvedimenti di autotutela presi dagli stessi creditori o di decisioni dell’autorità giudiziaria.

Rientrano nel novero quindi partite bloccate sul nascere, in cui la cartella non si è materializzata, o vicende finite nei tribunali. Tuttavia non si tratta di sbagli commessi dall’agente di riscossione ma di passi falsi fatti dai creditori (circa 5mila enti). Ci sono poi oltre 330 miliardi definiti da Ruffini «difficilmente recuperabili» perché i debitori sono falliti, deceduti o risultano nullatenenti. C’è poi una parte persa a causa di misure di sospensione a favore dei contribuenti (come l’impignorabilità della prima casa).

Scremando ancora si arriva a due voci in attivo: il riscosso, pari a 81 miliardi, e quelle che Equitalia chiama «le posizioni effettivamente lavorabili», le somme a portata di mano, pari a 51 miliardi.

Passando dalle cifre alle considerazioni, per Ruffini «i numerosi interventi legislativi effettuati e l’attività svolta dal gruppo Equitalia in questi anni non sono riusciti a risolvere il problema dei crediti non riscossi». Si sono formate, prosegue, «le cosiddette quote inesigibili» che «rappresentano la patologia estrema della riscossione». Di certo, evidenzia, non aiuta «la difficoltà, quando non l’impossibilità, di acquisire informazioni complete e puntuali su redditi e patrimoni dei debitori». Infatti, fa notare, «non tutte le basi dati sono accessibili a Equitalia». L’amministratore delegato di Equitalia conferma anche la novità in fatto di ganasce: la sospensione del fermo amministrativo per chi ha iniziato a versare il dovuto. «Valuto molto positivamente che vi sia stata la sospensione delle ganasce fiscali per tutti coloro che ottengono la rateizzazione da Equitalia, come emerso nel corso dell'audizione», ha dichiarato il presidente della Commissione Finanze e Tesoro a Palazzo Madama, Mauro Maria Marino (Pd).

Inoltre, di solito chi chiede di dilazionare il debito viene soddisfatto (su 1,2 milioni di istanze nel 2015 ne sono state respinte solo 28mila). D’altra parte ormai metà degli incassi arriva proprio sottoforma di rata. Frazionare il debito sembra la strada più indolore soprattutto quanto le somme superano certe soglie e nel 2015 ben il 53% è risultato oltrepassare i 100mila euro.

I cambiamenti non finiscono qui, dal primo luglio ci sarà quindi una sola Equitalia, che accorperà le tre società oggi esistenti. Si chiuderà così il cerchio di un processo di semplificazione partito da una realtà frammentata. E i risultati si sono fatti sentire, visto che, ricorda Ruffini, «nel periodo 2000-2005 le società concessionarie private avevano incassato, in media ogni anno circa 2,9 miliardi di euro, con Equitalia la media è salita a 7,7 miliardi».

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