La Nuova Sardegna

Delusione tra i passeggeri: «Non è cambiato nulla»

di Salvatore Santoni
Delusione tra i passeggeri: «Non è cambiato nulla»

Ieri il pendolino era atteso a Sassari, ma da Cagliari è arrivato il vecchio Minuetto E la maggior parte dei viaggiatori non nota differenze nei tempi di percorrenza

30 gennaio 2016
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SASSARI. È la punta di diamante del parco treni regionale ma sfreccia alla velocità di un Minuetto. È fornito di tutti i comfort ma non può esaudire il desiderio primario di un viaggiatore: arrivare a destinazione il prima possibile. È il nuovo pendolino Trenitalia, l’Atr 365, entrato da poco in servizio è già uscito fuori dai radar. Ieri mattina era atteso alla stazione di Sassari – all’arrivo della corsa veloce partita da Cagliari alle 10,40 – ma i passeggeri sono arrivati a bordo dell’antenato bianco verde: il vecchio Minuetto. Tra i viaggiatori l’opinione è una sola: la rivoluzione del modo di viaggiare non è ancora arrivata, soprattutto perché i tempi di percorrenza sono gli stessi dei vecchi treni.

Alle 13 la stazione di Sassari è quasi deserta. Le panchine che si affacciano sui binari sembrano scolpite nel ghiaccio. Il tabellone luminoso dice che il regionale veloce in arrivo da Cagliari ha 10 minuti di ritardo. «E ti pareva che non fosse in ritardo». È Giovanni Fronteddu. Lui sul nuovo pendolino c’è salito qualche settimana fa per andare a trovare dei colleghi cagliaritani. «Il treno è comodo e veloce, insomma moderno. Il viaggio è andato bene, a parte un semaforo ferroviario nella zona di Cagliari che ci ha tenuti fermi. L’attesa è durata parecchi minuti, e c’erano delle persone che si lamentavano. Io personalmente ho trovato problemi con gli orari per il rientro. Il diretto per Sassari non c’era e allora siamo arrivati fino a Olbia con il treno veloce e poi ci hannno fatto salire su un treno più vecchio». Sono le 13,30, il treno sta entrando in stazione, binario 4. La provenienza è quella giusta ma il treno no. Niente pendolino, è un Minuetto. Andrea Cuccia è tra i primi a scendere. È di corsa, ha un impegno. Lui sull’Atr 365 non c’è salito molte volte, ma quanto basta per capire che tra Sassari e Cagliari il cronometro non si schioda dalle solite tre ore. «Ci sono sempre molti studenti che scendono a Macomer – racconta l’uomo –. Il pendolino è comodo, pulito e ben climatizzato. Se un giorno riuscisse davvero a impiegarci due ore come dicono, diventerebbe la vera alternativa alla 131». In attesa in stazione c’è anche Marta Scarpa, una studentessa che attende di rientrare a casa. Il suo giudizio è una sufficienza piena. «Non ho notato differenze sulla percorrenza tra l’Atr e i vecchi treni: per coprire il tratto Sassari-Oristano servono due ore e un quarto. Sulla comodità, invece, direi che è migliorata». Anche per Valeria Mazzoccu, l’arrivo dei nuovi pendolini non ha portato grandi novità. Lei è diretta a Olbia e quello che conta è che il suo tempo di viaggio purtroppo non si accorcia. «Sono soddisfatta del numero delle corse giornaliere – dice la ragazza – che si sposano con i miei impegni, ma per i tempi di percorrenza devo dire che non è cambiato nulla». Andrea Basciu è diretto a Olbia. Lui studia al conservatorio e di Sassari e gli tocca vivere in città perché viaggiare ogni giorno è insostenibile. Tra tutti i viaggiatori, il suo giudizio è il più netto. «Si può cambiare il design, comprare un treno più veloce e tenerlo ben pulito – spiega – ma a me interessa giungere a destinazione il prima possibile, punto». Sono le 14,15. È quasi ora per la partenza del Sassari-Cagliari. In banchina si materializza ancora il Minuetto. «Mamma mia – riprende Andrea – quel treno lo temo. L’ultima volta che l’ho preso ha avuto un problema e siamo rimasti inchiodati in mezzo alle campagne di Bonorva: pauroso». E qualcuno ci rimane davvero male: «Speravo arrivasse il treno nuovo, vabbè pazienza». Il personale di Trenitalia abbozza una giustificazione: «Ci sono giorni che hanno problemi e non ce li mandano, e poi in ogni caso è Cagliari che decidere».

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