La Nuova Sardegna

Enti locali, passa la correzione bipartisan

Il Consiglio regionale approva un emendamento firmato da Udc, Pd, Riformatori e Forza Italia

20 gennaio 2016
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CAGLIARI. La riforma sugli Enti locali va avanti fra pochi sussulti e qualche ritocco volante anche grazie al contributo della minoranza, che comunque continua a denunciare: «Questa legge è una porcata». Il Consiglio ha approvato l’obbligo dei Comuni ad associarsi nelle future Unioni e lo schema che conferma i 150mila abitanti per costituire una rete metropolitana che poi sarà quella di Sassari. La maggioranza di centrosinistra ha retto abbastanza bene in tutte le votazioni, anche se qualche malessere interno dopo il caso Olbia (esclusa dalla rete metropolitana) pare esserci ancora. A metà della seduta pomeridiana è mancato il numero legale, cioè il numero minino di consiglieri per proseguire il dibattito. Il segnale di scollamento – ma forse dovuto anche all’annunciato arrivo degli assessori Massimo Deiana e Luigi Arru per comunicazioni sull’incidente ferroviario di Cagliari – è stato sottolineato subito dal gruppo di Fdi-An: «Le crepe della maggioranza – hanno scritto Paolo Truzzu e Gianni Lampis – e rese ancora più evidenti dalla guerra interna al Pd, si riflettono sui lavori del Consiglio. Il percorso della riforma – hanno ribadito– è interrotto o rallentato non tanto da un'opposizione costruttiva ma da una maggioranza che non riesce neanche a garantire il numero legale». Per chiudere il comunicato con questa denuncia: «Altro che ostruzionismo, il centrosinistra prenda atto delle sue divisioni e con responsabilità ritiri la riforma». Ancora più forte è stato l’annuncio in aula del consigliere regionale Michele Tatti (Udc) che è anche sindaco di Usellus: «Se passa la legge così com’è, sono pronto ad andar via dal municipio, perché non posso accettare di veder mortificato il grande patrimonio istituzionale dei Comuni». A proposito di aggregazioni obbligate la minoranza ha ripreso anche la protesta di Antonio Satta, segretario dell’Upc, contro la proposta di legge nazionale del Pd sul possibile ordine imposto ai Comuni sotto i 5mila abitanti di accorparsi. «È la dimostrazione – ha detto Marco Tedde di Forza Italia – che dovunque e comunque il centrosinistra ha un solo obiettivo: demolire la rete dei municipi e accelerare lo spopolamento». Scontri a parte, alcuni consiglieri di maggioranza e opposizione si sono ritrovati su un emendamento (è stato approvato) che conferma, all’interno della legge di riordino, l’esistenza delle Aree prototipo. Sono quelle previste da una legge nazionale (è dell’ex ministro Barca) e che in Sardegna è sperimentata nell’Unione fra i 20 Comuni dell’Alta Marmilla. Firmato da Tatti (Udc), Attilio Dedoni (Riformatori), Oscar Cherchi (Fi) e dai consiglieri pd Antonio Solinas e Mario Tendas, l’emendamento prevede: «Anche la Regione dovrà favorire i percorsi di sostegno all’Area prototipo individuata insieme allo Stato». Dunque, le strategie nell’Alta Marmilla contro lo spopolamento e la disoccupazione, attraverso incentivi fiscali, dovrà essere sostenuto anche dalla Regione.

Oggi il Consiglio dovrebbe approvare un’altra manciata di articoli e il voto finale potrebbe essere all’inizio della prossima settimana.

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