La Nuova Sardegna

Sanità, è scontro sulle tasse: sulla super Irpef deciderà il Governo

Una recente riunione dell'attuale giunta regionale
Una recente riunione dell'attuale giunta regionale

Il centrodestra: «È una legge illegittima e sarà impugnata». La Giunta: «È fra le nostre prerogative». Le nuove tabelle pubblicate sul Buras. Entro il 29 febbraio passeranno al vaglio di Palazzo Chigi

03 gennaio 2016
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CAGLIARI. Legittime per la giunta Pigliaru. Illegittime per l’opposizione. Il tema del contendere sono ancora le arcinote tasse regionali aumentate prima di Natale per coprire buona parte del disavanzo della sanità. Fra i due poli ormai lo scontro è quotidiano, con un curiosità: chi da sempre è contro Renzi, cioè il centrodestra, stavolta tifa per Palazzo Chigi e auspica che «le nuove aliquote Irpef siano impugnate dal Governo perché in contrasto con la Legge di stabilità nazionale». Mentre chi di Renzi è da sempre un sostenitore, dalla Giunta a quasi tutto il centrosinistra sardo, è convinto che, in quest’occasione, Renzi non debba toccare palla: «La Sardegna è una Regione a Statuto speciale e quindi può decidere in autonomia sulle addizionali regionali».

La scadenza. Entro il 29 febbraio si saprà chi fra i contendenti avrà ragione. Quel giorno scadranno i 60 giorni di tempo – scattati il 29 dicembre, data di pubblicazione delle aliquote 2016 sul Bollettino ufficiale della Regione – a disposizione del Governo per impugnare la legge e sollevare il conflitto davanti alla Corte costituzionale.

L’attacco. I primi a parlare di illegittimità della super Irpef sono stati i Riformatori e Forza Italia. Secondo i due partiti del centrodestra, l’aumento delle aliquote è vietato dal primo articolo della Legge di stabilità che recita: «Al fine di contenere il livello complessivo della pressione tributaria, per l'anno 2016 è sospesa l'efficacia delle leggi regionali che prevedano aumenti di tributi e addizionali rispetto alle aliquote o tariffe applicate nel 2015». Dunque – sostiene l’opposizione in Consiglio regionale – «l’aumento è illegittimo». E lo sarebbe anche nel caso – ed è questa la seconda contestazione – in cui «la Giunta si appellasse alla necessità di aver aumentato le aliquote all’interno di un possibile piano di rientro per coprire il disavanzo della sanità». Il particolare è importante, perché è la stessa Legge di stabilità a escludere dal divieto di aumentare l’Irpef proprio le Regioni che hanno in atto appunto un piano di rientro. Ma per i Riformatori quello proposto dalla Sardegna non sarebbe in piano di rientro (il Governo non è stato informato e l’intesa non è stata neanche sottoscritta dal ministero della Salute) fino a scrivere: «Quello di Pigliaru e più è solo un piano interno di riordino dei costi che per Roma non ha alcun valore formale e dunque non può essere neanche invocata la deroga sulla spesa sanitaria prevista dalla Legge di stabilità». Anche Forza Italia ha ribadito lo stesso concetto: «L’aumento è fuori legge comunque lo si guardi».

La replica. A ribattere alla minoranza è l’assessore al Bilancio Raffaele Paci: «Riteniamo questa legge legittima perché la Sardegna è una Regione a Statuto speciale e quindi ha piena facoltà di modificare le aliquote. I divieti valgono solo per le Regioni a Statuto ordinario ma, anche in questo caso, non per quelle in piano di rientro come lo è la nostra». Dopo la risposta secca, c’è però un pizzico di cautela. «Tuttavia – scrive Paci – l’esperienza ci insegna che il diritto e le norme non sono una certezza matematica e quindi se il Governo dovesse ravvisare profili di illegittimità, sarà avviato un confronto e si aprirà un dialogo per arrivare a un punto d’incontro».

Doppia sciabolata. La prima è stata dell’assessore al Bilancio, che all’opposizione ha mandato a dire: «Dopo anni in cui la spesa sanitaria è rimasta fuori controllo, questa Giunta ha avviato un piano di risanamento severo e rigoroso. Questi sono i fatti, tutto il resto sono solo polemiche strumentali alimentate da chi ha provocato il disastro nella sanità». La seconda sciabolata è arrivata invece dalla controparte: «Quando c’è da premere sulla leva fiscale– scrive Forza Italia in un altro comunicato – per questa Giunta l’autonomia non si tocca, mentre quando è in discussione la riforma degli Enti locali l’unico punto di riferimento resta l’applicazione senza ma e senza se della legge nazionale Delrio». (ua)

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