La Nuova Sardegna

Cancellata l’Imu agricola Zero euro per le Province

di Umberto Aime

Nella Legge di stabilità manca però un piano di rilancio dedicato alla Sardegna Salvati gli stanziamenti per opere strategiche come la 131 e la Alghero-Sassari

22 novembre 2015
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CAGLIARI. Maxi emendamento e voto di fiducia: con la solita e strausata tecnica del “con me o contro di me”, la Legge di stabilità (la Finanziaria nazionale) del governo Renzi ha superato il primo scoglio. È stata approvata dal Senato e da lunedì passerà alla Camera.

Delusione. Chi si aspettava sin da subito anche il «Master plan straordinario» a favore del Mezzogiorno, un capitolo si riguarderà la Sardegna, è rimasto deluso e il senatore di Sel Luciano Uras l’ha proprio detto: «È stato un errore gravissimo, vedremo come e quando Palazzo Chigi rimedierà». Dovrebbe farlo nell’aula di Montecitorio e, secondo alcune indiscrezioni, sarà l’energia (dai costi alle agevolazioni fino al metano) l’argomento forte su tutti vogliono puntare per il rilancio della Sardegna.

Gli effetti. In attesa del Master plan isolano e confermato che la Saremar potrà contare su 6,5 milioni fino alla privatizzazione, ecco quali saranno gli effetti della «Stabilità» sulla Sardegna. Con una postilla: i rapporti (buoni o cattivi: chissà?) fra la Regione e il Governo sono ormai regolati più che altro dai dossier (a cominciare da quello consegnato a giugno dal governatore Pigliaru a Renzi) e dagli incontri bilaterali nei vari ministeri. Ancora sull’energia (martedì a Roma) e sulla Vertenza entrate (in corso) e tra l’altro fra più importanti, perché la Regione ha in preparazione la sua di Finanziaria. C’è anche una seconda postilla: la legge nazionale prevede comunque una clausola di salvaguardia per le Regioni speciali anche di fronte alla Corte costituzionale: non potranno essere applicate dal governo Renzi norme in contrasto con gli Statuti. Per evitare sul nascere sicuri contenziosi, i senatori sardi hanno fatto approvare appunto un emendamento che prevede «l’immediata apertura di un confronto sulle entrate fra la Regione e il Governo».

Agricoltura. La novità più rilevante è questa: il Governo ha accettato di mettere fine alla lunga diatriba sull’Imu agricola, la tassa sui terreni, che anche in Sardegna ha scatenato un putiferio con la rivolta di sindaci e associazioni. Sono di nuovo esentati dal pagamento – testuale – «tutti i terreni agricoli montani, semi-montani o pianeggianti utilizzati da coltivatori diretti, imprenditori agricoli professionisti e società» Dunque, nessuna più pretesa da parte dello Stato e per sapere quali sono i Comuni esentati bisognerà riprendere in mano la circolare del 1993 del ministero delle Finanze. In Sardegna quelli non esenti sono pochissimi. Un altro provvedimento favorevole è l’azzeramento dell’Irap agricola.

Bonus ex Province. Da questo paragrafo la Sardegna è proprio tagliata fuori e abbastanza a sorpresa. Fino a poche settimane fa per gli enti di Area vasta sardi (le ex Province) sembrava sicuro una compensazione nazionale intorno ai 20 milioni, nonostante finora abbiano subito ogni tipo di sanzione o sforbiciata. Quei milioni dovevano servire a evitare, nel 2016, il taglio di servizi e stipendi: non sarà più così. Le Regioni a Statuto speciale sono state escluse dal bonus e il problema finanziario rischia di finire di nuovo sulle spalle della Sardegna, che già quest’anno – con un contributo extra – ha permesso alle Province di chiudere i bilanci, e soprattutto sostenere il peso dei 70 milioni di sanzioni inflitte dallo Stato. Il consigliere regionale di Sel Francesco Agus ha sollecitato che «alla Camera sia cancellato questo ennesimo sgarbo alla Sardegna».

Casa. È passata la proroga a tutto il 2016 delle detrazioni Irpef al 50 per cento (fino a un massimo di 96mila euro) sulle ristrutturazioni edilizie e del 65 per gli investimenti a favore del risparmio energetico. Sarà interessante sovrapporre questi bonus a quelli – aumento delle volumetrie – concessi a suo tempo dalla Regione con la legge sull’edilizia. Effetti straordinari sono attesi anche dalle detrazioni fiscali per l’acquisto di mobili (entro un tetto di 10mila euro e fino a 16mila per le giovani coppie) perché già adesso, in Sardegna, la spesa delle famiglie per beni di consumo è aumentata di quasi 2 punti in percentuale.

Genoma. È una curiosità: la Sardegna, grazie agli studi dell’Università di Sassari e del Cnr di Cagliari, potrà partecipare al finanziamento di 5 milioni, perché le ricerche sul Dna (indagini sui centenari in Ogliastra) restino di proprietà pubblica e non finiscano nelle mani delle multinazionali farmaceutiche.

Opere pubbliche. C’è un passaggio importante: saranno al sicuro i finanziamenti europei (Fondo sociale-coesione 2007-2014) destinati a i progetti ancora alle prese con la burocrazia. In Sardegna, ci saranno da sei mesi a un anno in più –fa sapere il senatore del Pd Silvio Lai – per appaltare dalla 131 alla Sassari- Alghero, dalle ristrutturazioni degli aeroporti la all’edilizia sanitaria a Sassari, Cagliari e San Gavino. Evitate le cesoie europee e nazionali anche per i 15 milioni del Piano Sulcis,

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