La Nuova Sardegna

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Pigliaru rilancia il gasdotto: un ponte con la Toscana

di Umberto Aime
Pigliaru rilancia il gasdotto: un ponte con la Toscana

A Firenze si riparla di metanodotto. Il governatore: «Il presidente Rossi è interessato, i dettagli sono ancora da definire»

07 novembre 2015
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CAGLIARI. Mercoledì l’ha rilanciato nelle sale di Palazzo Chigi, a Roma, poco dopo è tornato alla carica nell’anfiteatro di un altro palazzo, quello degli Affari, a Firenze. In quella che ormai è una «campagna nazionale», il governatore Francesco Pigliaru continua a mettere al centro, sui diversi tavoli, sempre e solo il «Dossier Sardegna». Da quando l’ha consegnato al premier Matteo Renzi, era giugno, a Olbia, è questo il suo cavallo di battaglia sia che vada a trattare col Governo, qualche giorno fa, sia ieri, quando è stato fra i relatori alla Conferenza delle Regioni periferiche e marittime, organizzata dalla Giunta della Toscana.

La strategia. Ogni volta che può (e deve) Francesco Pigliaru insiste e aumenta il peso specifico di quanto ha scritto mesi fa nel dossier su metano, insularità, trasporti e infrastrutture. È tutto quello che finora l ’isola non ha avuto, a parte le briciole, e che ogni anno costa ai sardi un miliardo e 100 milioni. Ovviamente in euro, ma sono anche le occasioni da decenni negate alla Sardegna per colmare lo storico e pesante svantaggio con la terra ferma. L’ha fatto con Matteo Renzi, pochi giorni fa nel confronto che c’è stato durante la Conferenza Stato-Regioni, ed era inevitabile che lo facesse. Serviva un sollecito visto che non c’è ancora traccia del Masterplan per il Sud. Fra gli otto annunciati dal Governo, si sa, c’è quello dedicato in esclusiva alla Sardegna, e Francesco Pigliaru ha fatto capire che il tempo dell’attesa è finito. Ora, la Sardegna aspetta risposte immediate e investimenti sicuri.

I progetti. Anche a Firenze il governatore non si è lasciato sfuggire l’occasione. Nella conferenza dedicata alle Regioni periferiche, cioè al momento e nel posto giusto, ha detto che la Sardegna non può rinunciare al suo Dossier e che il risarcimento danni, da declinare in progetti a breve scadenza, è «sempre più vitale per uscire dalla crisi». Così, in quest’occasione, ha preso di petto soprattutto due argomenti: l’energia e i rapporti con l’Unione Europea.

Il caso metano. La Sardegna è l’unica regione in Italia a essere ancora tagliata fuori dall’unico circuito virtuoso e poco costoso dell’energia. Doveva rientrarci col Galsi, il tubo algerino, ma era un progetto incerto e quindi è stato abbandonato dalla giunta Pigliaru. La prima opzione sembrava essere diventata quella del gas naturale liquido: imbarcato sulle navi poi scaricato e stoccato nei depositi costieri della Sardegna. Però, a Firenze, Pigliaru ha detto che in parallelo potrebbe esserci anche il gasdotto con la Toscana.

«L’opera – sono state le sue parole – avrebbe un impatto ambientale veramente molto basso e sarebbe soprattutto il prolungamento di un network esistente». Per la Sardegna vorrebbe dire: essere collegata sempre in rete, avere la sicurezza di un approvvigionamento continuo non legato alle metaniere e anche la sicurezza di un prezzo stabile non vincolato ai sussulti del mercato. Francesco Pigliaru ha aggiunto: «Su questo progetto, ho visto il governatore della Toscana, Enrico Rossi, molto interessato e favorevole. Certo, i dettagli sono ancora tutti da definire, ma è una proposta che potremmo presentare insieme al Governo». In altre parole, la strategia potrebbe essere questa: partiamo col gas naturale liquido, però la soluzione ideale è il metanodotto Toscana-Sardegna.

Il caso Europa. Sempre da Firenze, Pigliaru ha detto che «a Bruxelles finora lo svantaggio dell’insularità è stato riconosciuto solo sulla carta. Non ci sono state ancora linee di finanziamento mirate o azioni specifiche per colmare quel vuoto (nelle infrastrutture) che da troppo tempo ostacola lo sviluppo e la competitività». Servono – ha aggiunto – «politiche d’integrazione diverse rispetto a quelle continentali, per evitare ad esempio posizioni di monopolio nei trasporti, ma purtroppo anche nella programmazione 2014-2020 dei fondi strutturali, Bruxelles sembra non aver tenuto conto dello svantaggio».

Per Pigliaru è arrivato il momento di «cambiare rotta», d’inaugurare la «stagione delle pari opportunità» e «nel momento in cui si aprirà il negoziato sui criteri per l’assegnazione dei finanziamenti, sarà cruciale far valere il principio dell’insularità: dovrà essere declinato in atti concreti». Per concludere: «L’assistenza non c’interessa, va contro lo sviluppo. Quello che oggi chiediamo, a gran voce, sono interventi mirati, non generiche compensazioni».

L’attesa. All’uscita dall’ultimo Consiglio dei ministri, ieri, il sottosegretario Claudio De Vincenti ha fatto sapere che «i Masterplan» sono pronti e «ci vuole solo ancora un po’ di pazienza per la firma». Proprio da quell’accordo dovrebbe arrivare le prime risposte del Governo al «Dossier Sardegna». La speranza è che non ci siano delusioni.

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