La Nuova Sardegna

L’Anci: sì alla riforma ma le Province sono finite

di Umberto Aime

Il presidente Pier Sandro Scano: la legge ha senso solo se sarà temporanea Bocciata anche la città metropolitana di Cagliari, i confini sono troppo vasti

17 settembre 2015
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CAGLIARI. L’assemblea generale dei sindaci giovedì prossimo deciderà se concedere o meno il lasciapassare alla seconda bozza della riforma degli Enti locali. A convocare gli oltre 370 colleghi è stato il presidente dell’Anci, Pier Sandro Scano, sindaco di Villamar.

Quale sarà il verdetto?

«A suo tempo alla prima bozza abbiamo dato il consenso ed era giusto che fosse così. Dopo un anno intenso di discussione, la Giunta regionale aveva accolto le nostre proposte. Eravamo soddisfatti».

Non lo siete più?

«Sulla seconda bozza presentata dall’assessore Erriu, abbiamo invece alcune perplessità. Giovedì sarà l’assemblea a decidere, ma il sì non è scontato».

Perplessi: perché?

«Nel nuovo disegno di legge, il ritorno delle Province è dichiarato transitorio. Cioè: sarà a tempo. Noi vogliamo che sia veramente così: transitorio, lo ripeto».

Diffidenti?

«No, pretendiamo chiarezza. Non vorremmo che alla fine quanto annunciato come provvisorio o passeggero diventi definitivo. È un errore che capita troppo spesso in Italia e non vorremmo che, sotto sotto, qualcuno pensi davvero di riesumare un ente bocciato dagli elettori con i referendum».

Il pericolo è reale, ma la lentezza in Parlamento della riforma costituzionale non ha aiutato certo.

«È vero, ma comunque serve chiarezza. E la chiarezza può essere solo questa: la Regione deve dichiarare in anticipo qual è la rotta scelta, per avviare la fase 2, decidendo le funzioni da assegnare a livello amministrativo a chi prenderà il posto della Provincia».

È innegabile che la Giunta abbia scelto la strada più facile.

«Era ed è ragionevole che sulle Unioni di Comuni non venissero scaricate da subito quelle funzioni fondamentali, strade, ambiente e scuola, finora svolte dalle Province. Il contraccolpo sarebbe stato troppo forte su Unioni che ancora devono nascere e poi avranno bisogno di tempo per consolidarsi».

Sembra un alibi per prendere un po’ di tempo.

«No, è solo quella fase di transizione che oggi pretendiamo. Sappiamo quando comincerà, vogliamo sapere anche quando finirà. Ma sia chiaro una volta per tutte: le Province devono essere superate».

Altri dubbi sulla seconda bozza?

«Sì, i confini della Città metropolitana cagliaritana. Sono gli stessi dell’ex Provincia e mi sembrano davvero eccessivi. La nostra preferenza continua a essere per la Città metropolitana ristretta. Ma se si tratta anche in questo caso di una transizione può andare bene anche quella allargata»

Sulle Unioni di Comuni nulla da obiettare?

«L’impianto è rimasto quello della prima bozza e va bene. Siamo perplessi però sulle funzioni. La legge nazionale dice che sono dieci, ma c’è l’accordo fra Governo e Anci per ridurle a tre. È chiaro che se così fosse anche in Sardegna occorrerà fare così».

Quali potrebbero essere le tre funzioni?

«Per esempio protezione civile, catasto e programmazione territoriale dello sviluppo»,

Altre perplessità?

«Con troppa fretta dalla seconda bozza sono state cancellate le Associazioni fra le Unioni di Comuni. Per alcune funzioni, sono necessarie e tra l’altro previste anche previste dal Testo unico sugli Enti locali».

In conclusione, il giudizio finale sarà?

«Giovedì i sindaci decideranno che giudizio dare sulla bozza. Direi che per ora è sospeso in attesa di chiarimenti. Chiarimenti che devono arrivare in fretta e per questo chiederemo alla Giunta di riprendere subito quel confronto che in un anno e più ha dato buoni risultati».

Come finirà?

«Dipenderà molto dalla rotta che prenderanno la Giunta e il Consiglio regionale».

Ottimista?

«Sempre anche se mi pare che la maggioranza sia in questo momento un po’ disorientata».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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