La Nuova Sardegna

Precari con la valigia, oggi alle 14 scatta l’ora X

di Stefano Ambu
Precari con la valigia, oggi alle 14 scatta l’ora X

Flash mob nello scalo di Elmas. Svolta possibile dopo il pressing dell’assessore Ma senza una sospensiva del Miur quattromila docenti dovranno emigrare

14 agosto 2015
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CAGLIARI. Tempo (quasi) scaduto. E come ultima mossa vale tutto: flash mob tra i vacanzieri che partono e arrivano, appelli al consiglio regionale e sos al Capo dello Stato. Alle 14 stop alle candidature: il ministero della Pubblica istruzione suonerà la campanella delle domande di assunzione. E per quattromila docenti sardi, da quel momento in poi, aprire la posta elettronica non sarà più un'operazione da fare così, a cuor leggero: via e-mail potrebbe arrivare il biglietto di sola andata per una cattedra. Magari sotto casa, magari a Pordenone o Imperia.

E, se sotto casa sta bene a tutti, fuori dall'isola no. Lo hanno ribadito i docenti che da quattro giorni hanno abbandonato ogni paura. E sono andati prima davanti ai palazzi del Consiglio regionale e della Giunta. Poi ieri in aeroporto di Elmas per un blitz. Settore partenze, naturalmente. Con un messaggio molto chiaro. «Se andiamo a insegnare fuori dalla Sardegna, chistionausu in limba». Ovvero parliamo in sardo. Qualche insegnante si è già attrezzata presentandosi a Elmas con il costume tipico, per la precisione di Quartu. C'è chi ha portato un bronzetto nuragico.

E naturalmente avevano tutti la valigia, ormai diventata un marchio di fabbrica delle le proteste iniziate lunedì scorso in via Roma. Per ribadire il concetto gli insegnanti hanno mostrato anche un maxi-striscione con la scritta «Scuola sarda no trolley».

Molti turisti hanno anche scattato delle foto, altri hanno espresso solidarietà ai manifestanti. Altri ancora guardavano, ma non capivano. Che cosa? Che i docenti sardi reclutati dalla Buona scuola del governo vogliono insegnare vicino alle loro famiglie. Non vogliono cioè abbandonare casa, figli e genitori per un posto di lavoro che- spiegano- lontano dall'isola non sarebbe nemmeno economicamente sostenibile.

La Regione? Ieri niente incontri con gli insegnanti, ma l'assessore alla Cultura Claudia Firino e lo stesso presidente Francesco Pigliaru hanno ripetutamente contatto il Ministero. Per questa mattina, verosimilmente prima dell'ora X, ê previsto un contatto telefonico tra Firino e Pigliaru da una parte il ministro della Pubblica Istruzione Stefania Giannini. Dovrebbero arrivare le risposte definitive. In ballo c'è preliminarmente la questione della proroga dei termini per la presentazione delle domande: una sorta di tregua che consentirebbe alla Sardegna di partire poi all'attacco di Roma per difendere tecnicamente , con lo scudo dell'insularità, i docenti che chiedono di lavorare vicino a casa.

La Sardegna è forse la regione che sta chiedendo con più convinzione la sospensiva, ma il pressing arriverebbe anche da altre zone d'Italia e, sempre a livello nazionale. da diversi ambienti politici.

Insomma, guadagnare un po' di tempo farebbe comodo a molti. Mattinata fondamentale: gli insegnanti sardi aspettano notizie positive per tirare un po' il fiato dopo gli ultimi quattro giorni di battaglia. La partita si deciderà così all'ultimo secondo: i docenti sperano di segnare il goal decisivo.

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