La Nuova Sardegna

val di stava trent’anni dopo

Nella catastrofe cinque vittime dell’isola

Nella catastrofe cinque vittime dell’isola

SASSARI. C’erano 5 sardi, una sassarese e 4 emigrati stagionali di Samassi, tra i 268 morti del disastro della Val di Stava. In Trentino, il 19 luglio 1985, i bacini di decantazione della miniera di...

19 luglio 2015
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SASSARI. C’erano 5 sardi, una sassarese e 4 emigrati stagionali di Samassi, tra i 268 morti del disastro della Val di Stava. In Trentino, il 19 luglio 1985, i bacini di decantazione della miniera di Prestavel ruppero gli argini scaricando 170mila metri cubi di fango sulla piccola frazione del comune di Tesero. È stata una delle più grandi tragedie che abbiano colpito l’Italia in epoca moderna. E oggi in diversi centri si ricordano le vittime, a 30 anni esatti di distanza da un’apocalisse provocata da tante colpevoli omissioni.

Questi i nomi delle vittime dell’isola: Annamaria Soro, 59 anni, pensionata, nata a Sassari e all’epoca residente a Milano, Luciana Segura (21 anni), Mariano Scano (38), Maria Rosaria Pitzalis (21), Maria Assunta Cara (24). Quest’ultima era stata estratta ancora viva dalla valanga di terra e acqua, ma era morta dopo 7 giorni. Quello di Stava è stato il primo dei lutti nazionali dei quali si era dovuto far carico, appena eletto presidente della Repubblica, Francesco Cossiga. «Faremo giustizia», promise andando subito sul luogo della catastrofe. Di lì a qualche anno, nella sentenza di condanna, i giudici scriveranno: «Se a suo tempo fosse stata spesa una somma di denaro e una fatica pari anche soltanto a un decimo di quanto si è profuso negli accertamenti peritali successivi al fatto, probabilmente ... il crollo non si sarebbe mai verificato »

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