La Nuova Sardegna

Sos specializzazioni, alta tensione Il Miur orientato verso il “no”

di Pier Giorgio Pinna
Sos specializzazioni, alta tensione Il Miur orientato verso il “no”

Dopo la mancata copertura la giunta regionale ha già stanziato altri 600mila euro Ma a meno di colpi di scena in queste ultime ore sarà difficile che Roma ceda al pressing

23 giugno 2015
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SASSARI. Tutto in una notte. Ultime ore di speranza per le nuove specializzazioni dei medici in Sardegna. Il Miur sembra fortemente intenzionato a dire no al pressing in extremis della giunta Pigliaru. Ma su questa storia che tiene banco da settimane non c’è ancora la parola fine. Se la risposta sarà negativa, come tanti temono, per quest'anno non ci sarà la possibilità d'integrare su base regionale, con 24 borse di studio mirate da 25mila euro ciascuna, i 194 posti per i giovani medici messi a disposizione nei due atenei sardi su scala nazionale.

Primi commenti. Così l'assessore alla Sanità, Luigi Arru, fa sapere che i 600mila euro trovati per questa operazione - se dal ministero non risponderanno in maniera positiva alle sollecitazioni - «saranno destinati a corsi integrativi e tirocini per la preparazione futura». Ma questo vorrebbe dire comunque che per tanti neolaureati sardi il primo anno utile per la specializzazione istituzionale sarà il 2016, e non più il 2015. Mix di risorse. Questi ultimi finanziamenti andranno ad aggiungersi al milione di euro già stanziato una ventina di giorni fa, dopo la prima bocciatura romana dei fondi europei messi sul piatto dalla Regione ma ritenuti inidonei dal ministero dell'Università per quel tipo di finalità. Un milione che le due università avranno ora a disposizione in più per la didattica.

Antefatti. La questione più generale, a ogni modo, ha già sollevato una marea di polemiche. E altre continua a suscitarne adesso. Grosso modo un mese fa il problema era stato denunciato da 250-300 neolaureati nell'isola, oltre che da diversi appartenenti a forze politiche dell'opposizione e della stessa maggioranza. A rilevare la mancata copertura della "posta" era stato il deputato nuorese del Centro democratico Roberto Capelli. E l’ex assessore regionale Giorgio Oppi, primo firmatario di una mozione sottoscritta da Cappellacci, Pittalis, Fasolino ed altri esponenti di Forza Italia e del centrodestra. Mozione con la quale si facevano due richieste alla giunta Pigliaru. La prima perché stanziasse «ulteriori risorse». La seconda perché desse vita «ad adeguati contatti col Miur per includere le borse di studio aggiuntive della Sardegna, rettificando così il decreto ministeriale numero 315». Sollecitazioni molto simili, nelle stesse giornate, erano state avanzate da Riformatori, Fratelli d’Italia e altri consiglieri ancora. Tra loro, Truzzu, Rubiu, Dedoni, Fenu, Carta, Peru, Crisponi.

Dissensi e critiche. Poco più tardi, in un quadro dove le accuse salivano rapidamente di tono, sono arrivate contestazioni a raffica sulla contromisura concordata dall'assessore al Bilancio Raffaele Paci e dal rettore dell'ateneo cagliaritano Maria Del Zompo: riservare all'intera accademia sarda, Sassari compresa, un milione in più per la preparazione dei giovani professionisti. Alternativa da molti considerata subito una scorciatoia rispetto alla strada maestra ministeriale. E in seguito caduta di fronte a un più attentato vaglio tecnico, perché giudicata all'interno dei due dipartimenti non praticabile, anche per via del tipo di fondi europei presi in considerazione. Da qui, nei giorni successivi, il dirottamento di quel milione di euro verso i fondi generali per insegnamento e ricerca.

Scelte finali. Ora i tempi per la selezione nazionale stringono. E le proteste crescono. Perché alla fine tutti temono che la risposta romana possa rivelarsi negativa per la Sardegna, come lasciano pensare i tempi e le circostanze. Così l'epilogo del caso, al di là della soluzione ufficiale che ancora tarda arrivare, è già ridiventato terreno di scontro. Da una parte, la giunta guidata da Francesco Pigliaru. Dall'altra, i comitati degli specializzandi, diversi parlamentari sardi, rappresentanti delle minoranze alla Regione e persino esponenti del Partito democratico.

Le reazioni. Dice adesso l'assessore Luigi Arru, che in giunta aveva segnalato la questione sin da gennaio mentre in primavera le opposizioni proponevano emendamenti alla Finanziaria «poi ritirate», dicono, «per le rassicurazioni del vicepresidente Paci»: «Vedremo quali saranno le scelte finali del Miur: magari qualche spiraglio si può ancora aprire».

Quasi una rivolta. Facile prevedere che, senza sbocchi positivi, la giunta tornerà al centro di attacchi. I primi ad accusare saranno i docenti dei due dipartimenti e la Federazione dei giovani medici cagliaritani. Senza dimenticare la Cisl Sanità. Che, così come altri sindacati, aveva criticato la «mancata copertura» dei fondi per le 24 borse di studio. Ma può darsi che la notte, al Miur, porti consiglio.

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