La Nuova Sardegna

Sanità, più forte il partito dell’Asl unica

di Umberto Aime
Sanità, più forte il partito dell’Asl unica

In attesa della riforma si fa sempre più pressante il problema del disavanzo. Un mutuo per pagare i debiti commerciali

05 maggio 2015
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CAGLIARI. Una, due o al massimo tre. È questo il terno secco su cui ruota ancora la riforma delle Asl e di tutta la sanità. Annunciata per giugno, la mappa continua a essere al centro di molti incontri tecnici e politici. Anche se il vero problema è soprattutto un altro: l’entità del disavanzo caricato sulle spalle dell’intero sistema regionale. Il fardello è molto pesante. Fonti dall’assessorato alla Salute dicono che dovrebbe essere al di sotto dei 300 milioni, ma l’ultima stima ministeriale ha fatto sapere che quel tetto è stato superato, La voragine dovrebbe essere intorno ai 342 milioni e la Regione potrebbe essere obbligata ad accendere un mutuo per far fronte ai debiti commerciali, leggi fornitori, ancora inevasi dalle varie aziende. La grandezza esatta del “buco” si saprà a giorni quando le otto Asl, più il Brotzu di Cagliari e le due universitarie avranno depositato i bilanci 2014, la scadenza per la presentazione era il 30 aprile. Di certo le maggiori spese ci sono state fra la pesante eredità lasciata dalla precedente gestione, il centrodestra, e i conti dell’attuale, quella del centrosinistra, cominciata a fine 2014 con l’arrivo dei commissari, il cui mandato pochi giorni fa è stato rinnovato per altri quattro mesi. Come se non bastassero questi problemi, tra l’altro sollevati più volte dai sindacati, ci sono anche quelli della rete ospedaliera da riorganizzare. L’assessorato sostiene di aver pronta la bozza tecnica, manca ancora il passaggio in maggioranza e in Giunta. Poi c’è l’atteso avvio dell’Azienda per le emergenze-urgenze. A novembre forse con troppa fretta, la partenza dell’Areus (il 118) è stata vincolata dal Consiglio regionale alla grande riforma e quindi dovrebbe essere a giugno insieme al riordino delle Asl, mentre prima sarebbe stata necessaria una fase di prova per evitare di trovarsi con ancora troppi nodi da sciogliere quando ci sarà il taglio del nastro.

Numero Asl. Il dibattito è sempre aperto nel centrosinistra.. Il partito dell’Asl unica (un solo direttore regionale e il territorio diviso in distretti) si è ingrossato nelle ultime settimane. Qualcosa pare sia cambiato in questi giorni: chi sperava almeno in quattro o cinque Asl si sarebbe ricreduto. Potrebbe essere stato convinto da una simulazione che circola nei corridoi della Regione, con l’ipotesi di una sola Asl (il presidente Francesco Pigliaru è fra i sostenitori) messa a confronto con altre possibili soluzioni. In una delle bozze le Aziende sarebbero due (nord e sud), nell’altra tre. La terza dovrebbe comprendere Oristano più una parte dell’Ogliastra e del Medio Campidano, oppure la possibile fusione fra le attuali Nuoro e Olbia. Comunque c’è una certezza: la mappa sarà decisa solo dopo che il Consiglio approverà la riorganizzazione delle amministrazioni locali che è in discussione. Non sembri strano, ma un contributo alla discussione potrebbe arrivare anche dalla prossima legge elettorale. Per la Sardegna l’Italicum prevede tre collegi (nord, centro e sud) e questa ripartizione potrebbe essere un’altra traccia da cui partire anche per la rete ospedaliera.

Disavanzo. Le cifre ballano da settimane. Ammontano a 270 milioni, l’ha annunciato tempo fa una dirigente dell’assessorato in un convegno organizzato dai sindacati, oppure è di 342 milioni e spicci secondo la stima del ministero? Fino a quando tutte le Asl non depositeranno i bilanci del 2014 l’importo continuerà a correre da una parte all’altra. Anche se fonti dell’assessorato dicono che comunque dovrebbe esserci stato un risparmio nel confronto col 2013: una quarantina di milioni. Sono comunque pochi considerato che per la Sardegna il costo della sanità deciso dal Comitato interministeriale per la programmazione economica, il Cipe, è di 2,897 miliardi, mentre se sarà confermata la stima del ministero è già ben oltre i 3 miliardi. È un problema serio visto che da quest’anno i conti della Regione sono regolati dal pareggio di bilancio e quindi sforare quanto previsto nella Finanziaria 2015 (2,8 miliardi appunto e su quella cifra è stata decisa l’ultima ripartizione fra le Asl) potrebbe trasformarsi in un boomerang. È proprio per questo che la Giunta vorrebbe rientrare al più presto nei parametri ed evitare pericolosi aggiustamenti in corso d’opera. Una delle soluzione per evitare che la sanità si mangi un’altra fetta del bilancio potrebbe essere accendere un mutuo per pagare i debiti commerciali delle Asl e rendere meno pesanti almeno le spese correnti. Ma anche l’ipotesi del mutuo dev’essere ancora discusso e pesato dalla maggioranza.

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