La Nuova Sardegna

corruzione

Inchiesta sugli appalti pilotati: nuove perquisizioni

di Enrico Carta
Al centro il procuratore di Oristano, Andrea Padalino Morichini
Al centro il procuratore di Oristano, Andrea Padalino Morichini

Dopo i primi interrogatori gli inquirenti cercano riscontri e passano al setaccio le carte. L’indagine ora si allarga anche fuori dai comuni dei sindaci coinvolti nella prima ondata di arresti

04 maggio 2015
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ORISTANO. Un’altra lunga giornata di perquisizioni e domande. Le faranno gli inquirenti che nemmeno in questo week end festivo si sono fermati, perché dopo il bliyz in tre Comuni dell’Ogliastra, la rete di persone, paesi e appalti interessati dall’inchiesta si allarga. Intanto, l’inchiesta madre sulla «Squadra» degli incarichi pilotati pilotati viaggia a marce forzate perché sulla brace c’è parecchia carne al fuoco. Quella che si apre oggi sarà una nuova settimana di perquisizioni e interrogatori e potrebbe essere quella giusta per conoscere i nomi dei quaranta indagati che non sono stati colpiti da misura di custodia cautelare.

Nuovi indagati. Mentre gli agenti della Guardia di Finanza prelevavano altri documenti negli studi professionali Essepi Engeneering e Edilogica, i carabinieri eseguivano le perquisizioni nei Comuni di Gairo, Arzana e Lotzorai per trovare quei documenti che servono a ricostruire le storie di alcuni appalti. Nessuno di questi paesi figura nell’ordinanza che ha portato all’emissione dei ventiquattro provvedimenti di custodia cautelare. Logica vorrebbe che, se il pubblico ministero Armando Mammone si è spinto così lontano, le rete che indirizzava gli appalti attraverso lo scambio di incarichi era molto più estesa di quanto non dicano le prime carte. Ma altrettanto logico sarebbe supporre che proprio dall’Ogliastra possano arrivare i nomi già inseriti nel lungo elenco del registro degli indagati.

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Interrogatori. Intanto, mentre c’è chi ancora attende di essere interrogato, altri hanno già risposto al giudice per le indagini preliminari Annie Cecile Pinello e attendono a loro volta una risposta sulla richiesta di revoca della misura di custodia cautelare – l’hanno presentata l’ingegnere cagliaritano Davide Atzeni, responsabile dell’Ufficio tecnico comunale a Villasalto e assistito dagli avvocati Antonello Garau e Piero Aroni, il suo collega al Comune di Calasetta Giampaolo Fois assistito dall’avvocato Carmelino Fenudi e il professionista nuorese Gianmaria Pintori, assistito dall’avvocato Antonio Mereu –.

L’ex sindaco parla. Non sono i soli, perché sabato mattina, nel carcere di Uta l’ex sindaco di San Giovanni Suergiu, l’ingegnere Federico Palmas che si è dimesso immediatamente dopo l’arresto dal suo incarico politico, ha avuto il proprio faccia a faccia con il giudice. Dopo essersi avvalso della facoltà di non rispondere ha fatto valere il proprio diritto a rendere dichiarazioni spontanee. Assistito dall’avvocato Ivano Lai, ha spiegato di non aver mai sollecitato, accettato e comunque assunto incarichi professionali durante il mandato amministrativo. Ha fatto anche riferimento al suo stile di vita e alle «modeste condizioni economiche, non certo migliorate durante la carica di sindaco» spiegando di averlo fatto in modo esclusivo nell’interesse della comunità di San Giovanni Suergiu. Il suo legale ha poi depositato una memoria che ha preceduto la richiesta di revoca della misura di custodia cautelare. La difesa sostiene che non vi siano i gravi indizi di colpevolezza visti dalla procura e dal giudice e soprattutto non ci siano possibilità di reiterare il reato. Le dimissioni di Federico Palmas dalla carica di sindaco e della sua giunta sono già di per sè un impedimento a compiere qualsiasi reato, proprio partendo dalla considerazione che questi sarebbero legati proprio all’attività professionale e a quella politica.

Altri interrogatori. In settimana verranno comunque ultimati tutti gli interrogatori di garanzia perché scadono i tempi tecnici per effettuarli. Allo stesso tempo si attendono le prime mosse da parte degli indagati principali della Squadra che avrebbe avuto come deus ex machina il desulese Salvatore Paolo Pinna e che ha portato in carcere il sindaco di Belvì, Rinaldo Arangino, quello di Tonara, Pierpaolo Sau, e appunto quello di San Giovanni Suergiu. Ai domiciliari si trovano invece il sindaco di Ortueri, Salvatore Casula, e il suo collega di Villasalto, Leonardo Usai e assieme a questi, tra carcere, domiciliari e obblighi di dimora, anche una serie di altri amministratori locali, funzionari pubblici e professionisti.

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