La Nuova Sardegna

La Regione all’Expo con il nuovo slogan «l’isola senza fine»

di Alfredo Franchini
La Regione all’Expo con il nuovo slogan «l’isola senza fine»

L’assessore Morandi: è una grande opportunità per tutti. Non solo marketing, i risultati arriveranno in tre anni

01 maggio 2015
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CAGLIARI. Il progetto della giunta regionale è ambizioso: fare in modo che la Sardegna all’Expo scelga e non sia scelta (e usata) come spesso accade. Dall’Expo che si apre oggi e che sinora ha messo a nudo la debolezza delle politiche che negli ultimi vent’anni erano state tutte orientate sul Nord Italia, la Sardegna può davvero trarre enormi benefici. Ne sono convinti gli assessori Francesco Morandi (Turismo) ed Elisabetta Falchi che ieri hanno illustrato le iniziative. L’Expo, che è bene ricordare non è una Fiera dove si vendono i propri prodotti ma un luogo di scambi e di relazioni, si apre oggi e si chiude a ottobre: il made in Sardegna nel giro di 180 giorni.

Futuro. «In realtà gli effetti li vedremo successivamente», assicura Morandi, «non si tratta di fare solo marketing ma di fare tesoro delle aggregazioni di imprese e di prodotto. Per il 2015 non ci aspettiamo grandi flussi turistici, lavoriamo per il prossimo triennio. L’Expo è l’ occasione per creare relazioni istituzionali, per consolidare i rapporti commerciali e presentare gli attrattori del territorio richiamando l’attenzione dei nostri mercati obiettivo».

Numeri. All’Expo partecipano 145 Paesi e 16 organizzazioni internazionali. Già venduti 8,5 milioni di biglietti sui 20 milioni di visitatori previsti. La Sardegna rappresenta un ventesimo rispetto ai 145 Paesi e quindi, per non scomparire - è la tesi della giunta Pigliaru - deve presentarsi con una strategia unitaria.

Quattro elementi. La strategia della Regione si basa su quattro punti: 1) La qualità della vita che nell’isola è migliore secondo gli indicatori di benessere; 2) l’eccellenza delle produzioni agroalimentari; 3) l’eccellenza naturalistica; 4) l’innovazione sostenibile. Tutto riassunto nello slogan: «L’isola senza fine».

Risorse. Lo stanziamento previsto, considerato un vero investimento, è di 3,490 milioni di euro di cui quasi due milioni provenienti dall’assessorato al Turismo, 800 mila euro dall’Industria, 410 da Laore e 300 mila euro dal Centro di programmazione. A queste somme si aggiunge un milione e mezzo di euro per favorire la partecipazione all’Expo delle imprese sarde agroalimentare e artigiane con tre bandi pubblici. C’è da rimarcare che buona parte di queste risorse provengono dalla riprogrammazione del Fesr e si tratta di fondi europei che, in caso diverso, sarebbero andati persi.

Export. C’è un Expo che si gioca a Milano e un altro che deve disputarsi necessariamente all’interno dell’isola: la manifestazione deve essere l’occasione per mettere in contatto i produttori di materie prime con le aziende esportatrici. Tre le formule scelte per la presenza della Sardegna: uno spazio di 200 metri quadrati all’interno del Padiglione Italia; la partecipazione al progetto Cibus dove le aziende avranno uno spazio per tutto il corso dell’Expo per incentivare il proprio business. Infine i diversi workshop e uno stand di 30 metri nell’ambito del progetto Eataly.

Temi. I sei mesi sono stati divisi per temi in modo da presentare le eccellenze alimentari un po’ per volta: s’inizia con vino, liquori e anche l’acqua della Sardegna. Molti gli ambasciatori testimoni; tra questi Luca Ruiu dell’Università di Sassari e l’imprenditrice Daniela Ducato.

Nord-Sud. L’Expo è sempre stato lo specchio della società: questa edizione viene dopo vent’anni nei quali è scomparso il Sud dall’Agenda della politica perché doveva prevalere l’efficienza delle regioni del Nord; un fatto che la cronaca ha smentito. Capire come si è sviluppato Expo aiuta a vedere la fotografia del nostro sistema sociale ed economico. Per la Sardegna, darsi una strategia che porti all’internazionalizzazione delle imprese può essere davvero importante.

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