La Nuova Sardegna

trasporti

Deiana: «Tirrenia, preoccupati per il monopolio»

di Luca Rojch
Vincenzo Onorato
Vincenzo Onorato

Compagnia di navigazione acquistata da Onorato, la giunta regionale non nasconde i possibili rischi dell’operazione che concentra tutto nelle mani dell’armatore di Moby

29 dicembre 2014
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SASSARI. Vinta la sua battaglia navale il nuovo signore dei mari Vincenzo Onorato pensa già al futuro. L’armatore napoletano ha conquistato Tirrenia, la formalizzazione è solo una questione di tempo. Il padrone di Moby ha sei mesi per acquistare le quote della Cin, la Compagnia italiana di navigazione, nelle mani del fondo Clessidra. L'accordo è già stato firmato.

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La Regione. La Regione accoglie con prudenza la firma dell’intesa che di fatto crea una sorta di rivoluzione dei mari. Il principale concorrente di Tirrenia, Moby, che già aveva il 40 per cento delle quote, acquista il 35 per cento nelle mani di Clessidra e di fatto diventa il padrone dei mari. L’assessore regionale ai Trasporti Massimo Deiana cerca di mantenere una posizione di equilibrio. Non nasconde la sua preoccupazione, ma da subito fa capire che la sua è un’ansia istituzionale. «Da tempo la Giunta e l’intero Consiglio regionale avevano mostrato preoccupazione davanti all'ipotesi che ci fosse una posizione dominante di quasi monopolio da parte di un unico soggetto – spiega Deiana –. Questo non significa che la Regione sia ostile all'armatore di Moby. Al contrario. L’allarme sarebbe stato identico nei confronti di qualsiasi rischio di monopolio. La nostra posizione è sempre la stessa. La Regione non può, né deve, interferire nelle dinamiche societarie di una spa».

Preoccupati. Ma Deiana qualcosa la dice. «È chiaro che esiste una preoccupazione che il Consiglio regionale aveva formalizzato in un documento votato all’unanimità nell’aprile del 2014. In cui si metteva in evidenza come il rischio di un monopolio nei trasporti marittimi potesse rivelarsi controproducente per i sardi. E ricordo che lo stesso governo nazionale aveva mostrato più di una perplessità davanti a una possibile concentrazione societaria nell’ambito dei trasporti. Io credo che sarà l’Autorità garante per la concorrenza a stabilire se questa operazione potrà essere conclusa. Noi ci limiteremo ad applicare le decisioni di legge».

Gli accordi. Ma al di là di qualsiasi tipo di cambio di quote all’interno di Tirrenia esiste una convenzione che Regione e società dovranno rispettare. Quella che garantisce a Tirrenia 70 milioni di euro all’anno in cambio del servizio di continuità territoriale per tutto l’anno su alcune rotte. Con un tetto massimo dei prezzi prefissato. «Ma ci sono un’altra serie di accordi su cui discutiamo con l’attuale management di Tirrenia che dovranno essere ripresi da zero con i manager e il nuovo assetto societario – continua Deiana –. Ripeto non entro nel merito del cambio delle quote, o di assetti, a me importa solo dare un servizio efficiente e a prezzi competitivi ai sardi che devono spostarsi dall’isola».

Equilibri delicati. Il primo a dover pensare ai futuri equilibri di Tirrenia è Onorato. I soci di minoranza, il gruppo Gip di Luigi Negri ha il 15%, la Shipping investiments di Francesco Izzo il 10%, non sembrano avere troppo gradito l’operazione tra Onorato e Clessidra. L’armatore napoletano comprerà, per una cifra intorno agli 80 milioni di euro, non solo il 35 per cento di quote della Cin che Clessidra, ma anche il 32 per cento di quelle di Moby che sono nelle mani del fondo guidato da Claudio Sposito. Un’operazione complicata che incoronerà Onorato come signore dei mari.

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