La Nuova Sardegna

All’attacco 28 sindaci: l’acqua è nostra

di Pier Giorgio Pinna
All’attacco 28 sindaci: l’acqua è nostra

Assemblea a Santu Lussurgiu dopo una sentenza che riconosce l’autonomia del servizio ai Comuni “indipendenti”

13 dicembre 2014
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SASSARI. Avanti tutta. Contro Abbanoa e Autorità d'ambito. La protesta s’allarga. E minaccia di travolgere l’intero sistema regionale di gestione delle acque. Dopo le associazioni dei consumatori e i sacerdoti del Nuorese, a scendere in piazza sono ancora una volta i 28 Comuni che hanno continuato a mantenere un proprio servizio idrico a sé. Guida la sommossa il sindaco di Dosmunovas, Angelo Deidda. Il quale ora può contare su una sentenza che ha dato peso giuridico alle sue ragioni “indipendentiste”. E proprio alla luce della decisione ha promosso per mercoledì 17 un'assemblea con i 27 sindaci che come lui non hanno mai aderito ad Abbanoa: si va da Aggius e Anela sino a Teulada e Villagrande Strisaili.

L'appuntamento. La riunione è fissata per le 10.30 nella sala del Montegranatico di Santu Lussurgiu. E promette scintille. Anche perché non è escluso possano partecipare, come osservatori interessati, altri amministratori delusi che vorrebbero capire “se e come” sia possibile ridiventare autonomi rispetto ad Abbanoa. «Nello stesso tempo, assieme ai sindaci nella nostra situazione, ho chiesto di poter incontrare i componenti della quarta commissione Lavori pubblici del consiglio regionale - dice Deidda - Sollecitiamo l'approvazione di una legge che riconosca in maniera formale la nostra autonomia, alla luce della sentenza con la quale è stata rivista una precedente decisione del Tar».

Il caso. Ma che cosa hanno stabilito nel dettaglio i giudici d’appello? «Semplice: il primo dicembre scorso, dopo anni di battaglie, il Consiglio di Stato ha deciso che possiamo gestire noi, come municipio, l'acqua, le condotte e il depuratore - risponde il primo cittadino di Domusnovas - E lo possiamo fare alle nostre condizioni, ossia praticando tariffe anche diverse rispetto a quelle di Abbanoa. Questo perché il nostro sistema presenta non oneri ma vantaggi che la gente ha avuto modo di apprezzare nel tempo, tanto che qui tutti pagano molto meno».

Risparmi. «Certo non abbiamo mai neppure pensato di adottare provvedimenti assurdi come la richiesta del versamento di un deposito cauzionale per chi ha già un contratto in essere - incalza Deidda - In 10 anni il nostro servizio non è costato un euro alla Regione. Anzi, abbiamo dato prova rappresentiamo un esempio positivo».

Difficoltà. A complicare il quadro c'è una faccenda aperta. Questa: da quando è intervenuta l'Authority nazionale, è diventato obbligatorio trasmetterle i costi del servizio. Perché sulla base di questi dati l'Aeegsi fissa le tariffe ritenute eque per compensare le spese. Risulta però che molti dei municipi in autogestione non abbiano fatto pervenire i loro. Fatto che li esporrebbe da parte dell'Autorità per il servizio idrico a tariffe d’ufficio. «Ma solo al ribasso, il che ci fa piacere, e comunque c’è tempo sino a gennaio per provvedere», precisa il sindaco Deidda.

Condivisioni. Nel frattempo, da Arzana, il sindaco Marco Melis spiega: «Noi non abbiamo mai conferito i nostri impianti né acquistiamo l'acqua: ci auto-amministriamo e ogni anno mettiamo da parte 70-80mila euro che destiniamo alla manutenzione e all'efficienza delle condotte. Sebbene la nostra situazione sia diversa da Domusnovas perché noi applichiamo le tariffe Abbanoa, finora abbiamo sempre garantito un servizio funzionale senza mai perdite economiche. E se adesso fosse riconosciuta attraverso il precedente stabilito dal Consiglio di Stato la nostra completa indipendenza, ci sarebbe la grande opportunità di poter diminuire il prezzo dell'acqua».

Commenti. «Per noi poter operare in maniera autonoma non solo è conveniente ma garantisce maggiore efficienza», puntualizza da Perfugas, Mario Satta, nell’isola unico sindaco dell'Irs. Che aggiunge: «Per il 50% usiamo l'erogazione fornita da Abbanoa a bocca di serbatoio, per il restante 50% ricorriamo alle nostre sorgenti . E in tutti questi anni ne abbiamo ricavato solo benefici».

Proteste. Nel frattempo proseguono le raccolte di firme contro il deposito cauzionale Abbanoa: oltre 300 firme in mezza mattina ad Assemini. Oggi e domenica si terranno iniziative analoghe a Cagliari, Perdasdefogu e Sestu.

Reazioni. Come i colleghi “indipendentisti” la pensa il sindaco di Aggius, Francesco Muntoni. Proprio ieri sera impegnato nell'assemblea per la sua elezione alla presidenza dell'Unione dei Comuni Alta Gallura, prima dell'inizio della riunione Muntoni ha dichiarato: «Ad Aggius abbiamo acqua migliore, con una gestione migliore, a prezzi migliori. Ci serviamo dalle nostre sorgenti, che tra il 1985 e il 1990 abbiamo riattivato al massimo della potenzialità. E siamo in condizioni d'intervenire con tempestività di fronte a qualsiasi problema».

La storia. «Basti pensare che l'anno scorso alle 11 del giorno di Pasqua si è rotta una condotta nella strada principale del paese, via Roma, lasciando la metà della popolazione senz'acqua – racconta – Beh, alle 12.15 il guasto era già stato eliminato e tutti stavano cominciando a sedersi a tavola per il pranzo: l'acqua usciva di nuovo dai rubinetti come un'ora e mezzo prima. Ma oggi ad Aggius sentendo quel che capita nei centri vicini, mi chiedo: quanto avrebbe impiegato Abbanoa a riparare il danno? Ecco perché all’assemblea di mercoledì sosterrò le ragioni della nostra totale autonomia anche per il futuro».

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