La Nuova Sardegna

Giù dalla torre: «Ma non è finita»

Giù dalla torre: «Ma non è finita»

Dopo 50 giorni di protesta Mascia oggi sarà all’incontro sindacati-azienda

04 dicembre 2014
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OLBIA. In un post aveva scritto che quel palo, quella “casa” a 30 metri d’altezza con vista sull’aeroporto in cui è rimasto 50 giorni e da cui è sceso ieri, gli sarebbe mancato. Molto.

«I giorni più difficili sono stati gli ultimi, quelli in cui sapevo che mancava poco» dice Andrea Mascia, appena mette i piedi a terra, sull’asfalto dei parcheggi, salutato dalla moglie, dalle magliette rosse di Meridiana, dal sindaco di Olbia. Un applauso, tutti che lo abbracciano, qualcuno che gli chiede, “Andre’, ti posso toccare?”.

La sua avventura contro i licenziamenti della compagnia aerea è finita, ma non del tutto. Oggi Mascia sarà in Regione, all’incontro tra sindacati e azienda: rappresenterà l’Amp (associazione piloti), lo ha invitato a farlo il segretario Sandro Spano. «Ci sarò, poi andrò a trovare le 30 lavoratrici di Iglesias barricate nei pozzi, e poi ancora sto lavorando, insieme all’amico e collega Alessandro Santocchini, a un’altra marcia, ancora più imponente: porteremo tutta la Sardegna a Cagliari, penso a gennaio».

Non c’è molto tempo per i ricordi di quei 50 giorni di protesta. Eppure, la nostalgia c’è. Mascia si commuove davanti ai microfoni delle televisioni. Davanti all’affetto dei colleghi. «Paura? Non ne ho avuto. Certo, ci sono stati giorni in cui il palo ballava molto - spiega -. E giorni e notti di temporali. Per fortuna c’erano i miei amici, qui sotto, sempre collegati via telefono o Facebook. Mi dicevano: “Andre’, ci sono i fulmini, scendi!”. Io dicevo loro la verità: “È uno spettacolo bellissimo”.». Lì, ha organizzato un po’ di tutto: la marcia unica, il contropiano industriale, le sfide al managament, la lettera all’Aga Khan. Ha realizzato poi dei video, molti dei quali ben fatti. Ha giocato anche un po’, informando tutti che ogni giorno riceveva la visita di due cornacchie, da lui chiamate Robertina e Paolina.

La decisione di scendere dal Palo (con la P maiuscola, come lo chiamava lui, che si era molto arrabbiato proprio perché Pigliaru, in visita a Olbia per l’alluvione, non era andato sotto quel Palo ormai simbolico) l’ha presa per quattro ragioni. «50 sono gli anni delle operazioni di volo di Meridiana, nata come Alisarda nel 1963 e in servizio dal 1964 - dice -. 50 sono i colleghi che hanno raggiunto l'Europa per portare fuori dai confini nazionali la vertenza di Meridiana. 50 anni è il doppio dei miei anni di carriera all'interno di Meridiana. 50 sono gli altri anni di prosperità che auguriamo a Meridiana».

I giornalisti gli fanno poi la domanda delle domande: ma ora che cosa farà, si sostituirà ai sindacati nella gestione della vertenza? «No - risponde -. Azienda e sindacati sono due anime in un unico nucleo. I lavoratori sono rappresentati dai sindacati. Noi, sul palo, abbiamo dato luce alla vertenza di Meridiana, ma non siamo i rappresentanti dei lavoratori e non possiamo esserlo. Saranno loro a trattare con l’azienda». (g.pi.)

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