La Nuova Sardegna

Fucilate a Gairo: ora si indaga per omicidio

di Valeria Gianoglio
Fucilate a Gairo: ora si indaga per omicidio

Dopo la morte di Aldo Caboi, ferito una settimana fa, gli inquirenti ripartono dagli elementi raccolti

23 novembre 2014
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GAIRO. Per una settimana ha lottato tra la vita e la morte. Ma il proiettile che una settimana fa gli aveva perforato il cranio, si era conficcato troppo profondamente nel suo cervello per permettere ai chirurghi di estrarlo.

I medici dell’ospedale di Lanusei, prima, e quelli del San Francesco di Nuoro, poi, per sette giorni lo hanno monitorato minuto per minuto nella speranza che la sue condizioni si stabilizzassero. Ma il miracolo tanto atteso alla fine non è avvenuto: alle 22.30 di venerdì notte, i medici del reparto di Rianimazione dell’ospedale di Nuoro, hanno stabilito che Aldo Caboi, 63 anni, l’allevatore di Gairo Taquisara vittima di un agguato a colpi di fucile nelle campagne del paese, è clinicamente morto.

Domani mattina, sul suo corpo, il medico legale eseguirà l’autopsia disposta dal pubblico ministero Nicola Giua Marassi.

Da ieri, dunque, nel fascicolo sulla vicenda aperto dalla Procura della Repubblica di Lanusei, non si indaga più per il reato di tentato omicidio, ma per il reato di omicidio. O meglio, di omicidio e annesso tentato omicidio, visto che nello stesso agguato di una settimana fa, i killer avevano ferito, per fortuna in modo non grave, anche il socio di affari di Caboi, Fabrizio Ligas, 33 anni, anche lui di Gairo Sant’Elena. Ligas, proprio nei giorni scorsi, dopo essere stato operato con successo a Lanusei, ed essersi così liberato dai frammenti dei pallettoni che lo avevano raggiunto al braccio sinistro, nonostante il parere contrario dei medici, ha lasciato l’ospedale di Nostra Signora della Mercede ed è tornato a casa sua, a Gairo. Dove lo aspettavano con ansia la moglie e i due figli piccoli, oltre a diversi familiari e amici.

I medici, insomma, lo avrebbero voluto tenere sotto controllo ancora per qualche giorno, ma Fabrizio Ligas non ha voluto sentire ragioni: evidentemente voleva a tutti i costi tornare a casa sua, in paese. Le indagini condotte dai carabinieri della compagnia di Jerzu, guidati dal tenente Giuseppe Merola, e dal nucleo operativo provinciale coordinati dal capitano Luigi Mereu, nel frattempo non si sono fermate neppure per un istante. Ma la caccia ai killer, come purtroppo accade spesso nelle vicende che riguardano la campagna, si rivela decisamente complessa. Servirà molta pazienza.

Per ora, l’unica certezza, è che i killer erano almeno due, e che probabilmente c’era una terza persona a fare da vedetta nei dintorni.

Ligas e Caboi sono stati raggiunti dai pallettoni intorno alle 8.30 di sabato scorso, mentre stavano raggiungendo il terreno comunale di Gairo dove da sempre facevano pascolare le loro vacche.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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