La Nuova Sardegna

la battaglia sui 55 euro

Deposito cauzionale, anche la Cisal diffida Abbanoa

CAGLIARI. Non è legale imporre il pagamento di un deposito cauzionale a utenti vecchi, i cui contratti non lo prevedevano: lo sostiene la Cisal, che diffida formalmente Abbanoa dall’applicazione dell’...

14 novembre 2014
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CAGLIARI. Non è legale imporre il pagamento di un deposito cauzionale a utenti vecchi, i cui contratti non lo prevedevano: lo sostiene la Cisal, che diffida formalmente Abbanoa dall’applicazione dell’anticipo consumi annunciato nei giorni scorsi e prepara azioni di contrasto ad ogni livello. In una lunga nota il sindacato spiega che la delibera dell’autorità garante per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico cui la società regionale fa riferimento per giustificare l’obbligo per i privati di versare 55 euro in previsione del consumo d’acqua «stabilisce testualmente che il gestore può richiedere all’utente finale, all’atto della stipula del contratto di somministrazione, il versamento di un deposito cauzionale». Quindi può disporlo ma non è obbligato a farlo e comunque all’atto della stipula del contratto, le cui condizioni non possono essere modificate fino a quando il contratto è vigente. Ma c’è dell’altro: chiarito che il deposito dovrebbe essere «determinato in misura pari al valore dei corrispettivi dovuti per un massimo di tre mensilità di consumo storico» la Cisal avverte che «il gestore non può richiedere all’utente finale il versamento del deposito nè altre forme di garanzia qualora non abbia adottato e pubblicato secondo le modalità di cui alla delibera dell’autorità una carte dei servizi conforme alla normativa in vigore». Tutti questi elementi critici - annuncia la Cisal, la nota è firmata dal segretario Alberto Gessa - sono all’esame dell’ufficio legale del sindacato, che osserva tra l’altro come la delibera dell’autorità sia solo «una delibera di indirizzo, non attuativa e non immediatamente applicabile senza un preventivo aggiornamento della carta dei servizi e del regolamento del servizio». La Cisal ricorda come gli utenti di Abbanoa siano «già fortemente vessati da richieste di pagamento esorbitanti e spesso ingiustificate» e sostiene che comunque, trattandosi di somme che ammontano nel complesso a milioni di euro «tale applicazione avrebbe dovuto essere sottoposta a consultazione preventiva sia con la proprietà pubblica sia con le associazioni di rappresentanza degli utenti. In tal modo - scrive la Cisal - cioè attraverso metodologie di consultazione democratiche in linea con la natura pubblica del bene che Abbanoa è chiamata a gestire, le parti in causa avrebbero potuto verificare e concordare alla luce della delibera dell’autorità l’opportunità di introdurre tale istituto e l’entità del deposito da richiedere». Al contrario «Abbanoa ha agito d’imperio, ignorando da un lato come essa gestisca un bene la cui proprietà è dei cittadini, dall’altro come gli utenti sardi si trovino in condizioni economiche già assai precarie e come certo non possano sopportare ulteriori e criticabili esborsi economici». La Cisal chiede infine ad Abbanoa «copia della lettera di convocazione contentente l’ordire del giorno e copia della delibera con la quale l’organo amministrativo avrebbe stabilito sia l’introduzione sia l’entità del deposito cauzionale da richiedere agli utenti». La Cisal garantisce in ogni caso assistenza a chiunque voglia tutelare i propri diritti. (m.l)

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