La Nuova Sardegna

L’arte di pietra e vetro a rischio distruzione

di Paolo Curreli
L’arte di pietra e vetro a rischio distruzione

Sassari, prosegue il convegno sulla salvaguardia dei mosaici

28 ottobre 2014
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SASSARI. Entra nel vivo la convention Iccm, Comitato internazionale per la difesa dei mosaici, che ha scelto Sassari e Alghero per la dodicesima conferenza triennale – proprio per la posizione centrale della Sardegna nel bacino del Mediterraneo un crocevia di culture e popoli – per promuovere lo studio, la conservazione, la manutenzione e la valorizzazione del mosaico come ambito specifico del più ampio campo della conservazione archeologica.

Nell'aula magna dell'università sassarese, ieri, i maggiori esperti mondiali dell'arte musiva hanno aperto i lavori intorno al capezzale di capolavori che si trovano in serio pericolo o che sono andati perduti per sempre.

Questi “disegni” di pietra, vetro e marmo hanno attraversato i millenni raccontandoci il gusto degli antichi, facendo arrivare a noi, proprio grazie al materiale duraturo con cui sono stati costruiti, le immagini dei miti e delle storie della cultura classica greca e romana fino alla religiosità dei bizantini.

Gli artefici di questi capolavori erano artisti che si muovevano nel Mediterraneo, portando con se un virtuosismo che rendeva i mosaici un bene estremamente prezioso. L’arte musiva è stata un linguaggio che nel corso del tempo ha legato paesi anche molto distanti dell’area mediterranea. Un linguaggio di scambio e osmosi tra culture che ha reso il Mediterraneo un unico ambito culturale.

La Siria, oggi dilaniata dalla guerra, è stata uno di questi luoghi di scambio tra la cultura greco-romana e quella araba e possiede numerosi e preziosi mosaici. «Il grande patrimonio nelle aree controllate dal governo è in salvo–. Racconta Komait Abdallah, direttore del laboratorio scientifico di restauro di Damasco – ma nelle zone conquistate dall’Isis la situazione è molto diversa. A Raqqa il museo è già stato raso al suolo, così come tutti i siti archeologici. I guerriglieri hanno fatto esplodere un mosaico bizantino del sesto secolo. Così come a Maraat Anouman e in altre zone, e tutti questi atti di vandalismo sono stati documentati da fotografie da parte degli integralisti». Per lo studioso siriano un altro pericolo si aggiunge alla furia iconoclasta islamica: «in un territorio senza controllo il commercio illegale, che già esisteva, è cresciuto enormemente».

A questo scenario sconfortante di barbarie e degrado tenta di porre freno l’ Iccm e il Getty Conservation Istitute. L’architetto Jean Marie Teutonico direttore aggiunto dell’istituzione statunitense: «Abbiamo deciso dal 2008 di affrontare il problema con diverse linee di azione, attraverso il progetto Mosaikon. Prima di tutto finanziando la formazione a tutti i livelli – visto l’estrema specializzazione che serve in questo campo – . Formando tecnici di base, direttori dei siti archeologici, architetti e conservatori. Rafforzare, se non costruire, un network tra tutti questi operatori, che serva da interscambio di esperienze tra le diverse realtà. Dando sostegno a progetti di conservazione e sviluppo, facendo arrivare tecniche e materiali nei paesi che ne hanno bisogno. Oltre questo crediamo – aggiunge Jean Marie Teutonico – che l’informazione abbia un valore fondamentale nella salvaguardia, distribuire materiali di divulgazione in diverse lingue, specie in arabo, è importante nelle aree a maggior rischio. Negli ultimi sette anni il Getty Istitute è impegnato nella salvaguardia dei mosaici, perché crede che siano un patrimonio di estrema importanza ad alto rischio».

I lavori proseguono oggi con un tour degli studiosi che avranno modo di apprezzare l’enorme patrimonio naturalistico, archeologico e storico della Sardegna, da Alghero a Bosa, alle rovine e al museo di Tharros fino al nuraghe Sant’Antine.

Guide di eccezione il rettore dell’università di Sassari Mastino e il vice presidente dell’Istituto per la protezione dei mosaici Roberto Nardi – direttore del centro di Conservazione archeologica di Roma– esperto nel recupero dei materiali lapidei antichi che ha guidato lo staff per il restauro dei Giganti di Mont’e Prama.

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