La Nuova Sardegna

Burocrazia sconfitta, procedure più snelle per ripulire i canali

di Enrico Gaviano
Burocrazia sconfitta, procedure più snelle per ripulire i canali

La Regione concede un iter più semplice agli enti interessati Uno stop all’eccesso di richieste di atti e documentazioni

16 ottobre 2014
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OLBIA. La burocrazia per una volta è stata sconfitta. Messa da parte. Su un tema importantissimo: la protezione civile. La storia riguarda la complessa mole di documentazione richiesta a enti pubblici e a privati, per ripulire i corsi d’acqua dalla vegetazione e dai detriti. Il commissario della provincia Olbia-Tempio, Giovanni Carta, con il sostegno dei dirigenti di settore, ha scritto all’Adis, l’agenzia regionale del distretto idrografico, chiedendo procedure più snelle. Ottenendo due giorni fa risposta affermativa. Dagli uffici diretti a Cagliari dal funzionario Roberto Silvano, è arrivata insomma la risposta tanto attesa. «In merito alle modalità di applicazione della direttiva per la manutenzione degli alvei e la gestione dei sedimenti – si legge nella replica degli uffici regionali –. si concorda fortemente sulla necessità di procedere speditamente da parte dell’amministrazione provinciale, stante l’urgenza derivante dalla prossimità con il periodo caratterizzato da fenomeni meteorologici intensi».

La situazione in questi mesi era diventata sempre più difficile. La Provincia si era mossa già nel dicembre del 2013, subito dopo l’alluvione insomma, chiedendo di poter intervenire a disostruire i tratti dei corsi d’acqua di competenza, intasati dai detriti trasportati dalla furia delle acque. Un lavoro imponente, visto che la provincia controlla corsi d’acqua per circa 911 chilometri. E che i fondi a disposizione sono limitati. «Possiamo spendere pochi soldi – sottolinea il commissario Carta –, e dunque faremo degli interventi mirati sulle situazioni più a rischio. Se non ci fosse il patto di stabilità potremmo invece risolvere tutti i problemi. Comunque la nota sugli interventi procedurali inviata dall’Adis ci dà una mano notevole d’aiuto».

Tutti i comuni, e tanti privati, si sono trovati nell’impossibilità, se non spendendo cifre ingentissime per raccogliere la documentazione necessaria, a procedere a ripulire i fiumi. L’esempio più clamoroso arriva da Budoni, dove il responsabile dell’area tecnica del comune ha deciso, comunicando a forestale, genio civile e Regione, di procedere a partire dal 14 ottobre, con i lavori sui corsi d’acqua, senza presentare gli elaborati progettuali e la documentazione richiesta dal genio civile. «Si ritiene – si legge nella comunicazione del Comune di Budoni – che elaborati e documentazione non siano necessari e comportino ulteriori dispendio di risorse finanziarie e di tempo, ritardando l’esecuzione degli interventi urgenti e indispensabili prima dell’arrivo della stagione piovosa». Ora la lettera dell’Adis mette in regola subito anche Budoni. La battaglia degli enti però, resta sempre difficile per la mancanza di fondi. «Possiamo eseguire solo pochi interventi – ricorda ancora il commissario della Provincia –, la maggior parte non strutturali, come preparare dei cartelli di pericolo lungo i fiumi e le strade di nostra competenza. La messa in sicurezza definitiva non può essere affrontata con le risorse a disposizione».

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