La Nuova Sardegna

Perfugas, un'ora e mezzo di insulti al calciatore di origini africane

di Roberto Muretto
Perfugas, un'ora e mezzo di insulti al calciatore di origini africane

Amareggiato il senegalese “Fadel” del Trinità d’Agultu: «Durante la partita sono stato pesantemente offeso dalle frasi del pubblico e di alcuni avversari»

15 ottobre 2014
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TERGU. Una domenica di ordinaria follia a Perfugas. Un pomeriggio che il calciatore senegalese del Trinità d’Agultu (Seconda categoria) Fail Cheiwhna Cheiwh, che tutti chiamano Fadel, farà fatica a dimenticare. Dagli spalti gli sono piovuti addosso circa un’ora e mezza di insulti di stampo razzista che lo hanno ferito e hanno fatto scoppiare in lacrime la sua fidanzata Jessica, seduta in tribuna. «Negro di m...»; «vai a mangiare banane»; «Dovresti stare in uno zoo, è quello il tuo habitat». Sono solo alcune frasi del becero repertorio che alcuni pseudo tifosi del San Giorgio Perfugas hanno rivolto al centrocampista africano.

Ma che cosa è successo? Il giocatore, dopo pochi minuti, ha commesso un fallo in scivolata, sanzionato dall’arbitro. Apriti cielo, da quel momento ogni volta che ha toccato il pallone, buuuu... e insulti di ogni genere. «Quello che più mi ha fatto male è stato il comportamento di un paio di giocatori del Perfugas - spiega Fadel -. In campo mi hanno detto di tutto, offendendomi in maniera pesante. Scimmione, dopo ti regaliamo una banana. Anche alcuni dirigenti della squadra locale hanno avuto atteggiamenti da censura. È vero che altri sono stati dei signori e hanno chiesto scusa, ma quando alla fine della partita, per riparare mi hanno chiesto di andare a fare il “terzo tempo”, ho rifiutato l’invito. Anzi, ho detto che lo avrei fatto come mi avevano consigliato: mangiando banane».

Fadel è deluso. È la prima volta da quando gioca in Sardegna che gli succede una cosa del genere. «In Italia - aggiunge - anche il presidente della Figc (Tavecchio ndr) è stato squalificato per frasi razziste. Siete un po’ arretrati rispetto ad altre realtà europee. Ho giocato in Francia e nessuno mi ha mai detto certe cose. Sono sorpreso e amareggiato ma non faccio di tutta un’erba un fascio. Spero che chi di dovere prenda seri provvedimenti, l’arbitro ha visto e sentito quasi tutto. Credo lo abbia scritto nel referto».

Anche il Trinità d’Agultu ha preso posizione. Il presidente Pietro Addis ha scritto agli organi federali raccontando il grave episodio. «Quello a cui ho assistito domenica è stato vergognoso - spiega il dirigente -. Se un giocatore della mia squadra si permette di comportarsi così, lo mando via immediatamente. L’arbitro ha anche minacciato di sospendere la partita, ma gli appelli non sono serviti a nulla. Fino a quando Fadel è rimasto in campo, ha subito una lapidazione verbale. La sua fidanzata era terrorizzata. Dalla dirigenza del San Giorgio mi aspettavo un intervento per mettere fine a quella vergogna, non hanno mosso un dito. Al loro posto mi sarei comportato diversamente».

Ora la palla passa al giudice sportivo. Domani, giorno in cui la Figc regionale dirama il comunicato settimanale, potrebbero arrivare pesanti sanzioni per la società e forse anche per qualcuno dei calciatori. Ma potrebbe essere chiesto un supplemento di indagini. Una delle possibilità è che il San Giorgio giochi le prossime gare casalinghe a porte chiuse.

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